Posts written by vertfoncé

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    Ho da pochissimo finito di guardare questa mini-serie (per me è stata tale) e con stupore mi rendo conto di quanto mi abbia fatto riflettere. Altro che lavoretto totalmente idiota e senza speranza di approfondimenti eventuali. L’avevo sottovalutato tanto.

    Partiamo dal presupposto che non condivido la concezione di vedere le protagoniste come due perfette stupidotte. Yuma è immatura, inesperta, credulona, ma brilla per buona fede, per quanto il suo ego sia molto molto fragile e malleabile. Si potrebbe dire sia la controparte femminile di Takeda, che, onestamente, è il personaggio più buono e genuino in tutto il marasma che si viene man mano creando episodio dopo episodio. Il tipo, però, è anche molto fessacchiotto e i suoi consigli di non lasciar andare la persona “amata” da Yuma (nonché Hotaru) sono il manifesto di un gravissimo ossequio della co-dipendenza emotiva.

    Perché è di questo che si parla in tutto l’anime. Hotaru è una ragazza che ha serie difficoltà a rapportarsi con gli altri e a stabilire legami salubri. Con qualche buona e triste sfumatura di ninfomania e disturbo borderline, salta da un ragazzo all’altro, per poi approdare a quell’essere viscido e glaciale che è Fujiwara e, dulcis in fundo, alla sua stessa “migliore” amica. E qua mi pare lecito domandarmi su cosa effettivamente si possa mai basare per davvero un’amicizia che assume tutti i connotati della tossicità relazionale.

    Yuma, da fessa sognatrice qual è, tira sempre in ballo i bei ricordi d’infanzia con Hotaru, in tutta quell’atmosfera di purezza e spensieratezza nella quale era proprio lei a difendere l’amica dalle mire offensive degli altri bambini, che vedevano nella mora un essere estraneo e incapace di esprimersi. Tale qual è anche nel momento dello svolgimento dei fatti.
    Yuma si fida dell’abitudinarietà di un’amicizia invece del tutto vacillante, ove le due ragazze, oramai giovani donne, non collimano né a livello di mentalità né a quello di scelte di vita.
    Hotaru, cullata dalla presenza giustificatrice (più che salvifica) di Yuma, ha desistito dal cambiare direzione, dall’integrarsi e dal comprendere cosa fosse bene per lei stessa. E intendo dire “giustificatrice” nel senso anche di rassicurante: un porto sicuro, abitudinario, cui approdare di continuo, l’unica presenza fissa in una vita fatta di eccessi e distacco apatico. Il tutto opportunisticamente parlando.

    Hotaru è una di quelle persone del “o tutto, o niente”, “o sempre, o mai”, che si pongono sul margine pericolante di affetti fondati solo e soltanto sulla fissazione e sulla dipendenza.
    E per dar ancor più voce a queste sue tendenze socialmente deviate, compie il suo atterraggio rischioso (ma di successo) su colei che le è sempre stata vicina, con totale ingenuità, nonché proprio Yuma, della quale - concedetemi il termine - abusa emotivamente.
    Insinua il tarlo della curiosità e dell’eccitazione nell’amica, in modo tale da poterla legare ancor più saldamente a sé. E la povera Yuma ci casca appieno, ponendosi interrogativi a non finire, facendo le sue magre figure con tutti, guastandosi la quotidianità con pensieri di abnegazione. Credendo di essere sempre colpevole, credendo che Hotaru sia vittima di qualsiasi cosa, credendo di doversi sentire in dovere di salvarla.
    Ma da cosa?

    Hotaru è una ragazza con germi di marciume, utilitaristica e indifferente, assolutamente non in grado di costruire delle relazioni sane e “normali”. Normali nel senso che non hanno bisogno di bischerate enigmatiche ed erotizzanti per conquistarsi l’affetto di qualcuno.
    Yuma non sta bene quando pensa ad Hotaru, né quando sta in sua presenza: ansia, insicurezza, pesantezza, sensi di colpa, desiderio annientante di sapere cosa combina.
    Yuma brama di possedere il suo pensiero, di poter capire cosa le passa per la testa, mentre Hotaru brama di possedere l’esistenza di Yuma, in modo tale da manipolarla a suo piacimento, senza provare il benché minimo interesse amoroso nei suoi confronti.
    Mentre, al contrario, Yuma lo fa eccome, e ci soffre, per quanto il suo universo sentimentale abbia le falle tipiche di una alle primissime armi (e le falle di qualche piccola svista della regia dell’anime probabilmente…).
    Yuma salta la scuola preparatoria, scappa via dal suo “fidanzato” senza ragione, va a lavorare con l’amica in un locale per adulti solo per potercela avere sott’occhio, ignora lo studio, mente a sua madre. Sviene dietro ad una persona che per lei non prova il benché minimo rispetto.
    No, Netsuzou Trap non è una storia di amore. Se così dobbiamo per forza definirlo, allora diciamo che si tratta di una storia d’amore “avvelenato”.

    Hotaru intesse, fin dal primo episodio, un gioco di seduzione molto scorretto.
    Al di là delle presenze maschili (che, a dirla franca, non m’hanno seccata proprio), la nostra mora (o viola che sia) non ha quella voglia di scoprire se stessa nel corpo e nel cuore della coetanea, anche con qualche tranello furbesco: un po’ per la già citata inadeguatezza relazionale, un po’ per noia, lei sfrutta la sua amica e trae piacere dal suo imbarazzo, dalla sua sorpresa. Non dai suoi sentimenti che, una volta rivelati verso gli ultimi episodi, saranno addirittura ignorati. “Tra due ragazze non può nascere niente.” dice Hotaru stessa.
    Poi, verso i primi episodi invece, la tipetta di continuo importuna Yuma con il tema assillante della perdita della verginità, della prima volta di questa con Takeda, delle “prove” da fare perché - a detta sua - vuol essere lei la prima a toccare il corpo dell’amica. Qua siamo al delirio e al vituperio.
    Un inganno di sessualità e di tira e molla che assuefanno Yuma e la rendono succube delle volontà incerte di Hotaru che, alla fine, addirittura vince, per quanto il finale sia apertuccio.
    Che Hotaru, così di punto in bianco, si sia resa conto di tutto e ora ami Yuma alla follia?
    Ma pffff.


    Magari qualcuno potrà sorridere al leggere con quanta sErIetÀ affronto una recensione di un anime ritenuto scemo, ma determinate circostanze sono così eloquenti che non posso sorvolarvi.

    Allora, di per sé non è un capolavoro. Si doveva fare di più e rendere le cose più disturbanti, a mio avviso. Lo si doveva partorire seinen o josei spietato, con tanto sbigottimento psicologico, nun c’è niente da fà. Perlomeno, è quello che penso io.
    Ma mi ha messo in moto il cervello, quindi good game.
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    Ti consiglio Claymore.
    Sì, l'hai citato come esempio, ma te lo riconsiglio.

    Un altro titolo che leggevo parecchio tempo addietro è "Tokyo Girls Destruction", un manga distopico e tosto che si ambienta nel 2020 (ebbene sì, proprio quell'anno lì, ma mi si conceda lo spoiler di dire che non è presente l'emergenza Covid).
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    Signori, vuol dire che in futuro, prima di morire, rimedierò.
    Anche perché, tutto sommato, le serie più distese e talvolta flemmatiche non mi dispiacciono poi così tanto...
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    D'accordo, ora è tutto più chiaro. Però resta un peccato di per sé...

    Ah, un altro anime droppato (tra i tanti) per l'immane lentezza dei primi episodi è

    Bloom into you
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    Ci provo. Primo episodio.
    Già il fatto che duri 9 minuti mi ha fatto pensare che, magari, il sito che l'ha caricato chiedesse qualche carta di credito per poterlo vedere tutto. Invece no: dura proprio 9 minuti. E vabeh.
    Scena iniziale:
    I ragazzi col tamburello, la musica e la mora che stuzzica l'amica mi hanno già buttato giù dalle risate. Tamburello e microfono per seguire una schermata che non ha significato alcuno, nemmeno un karaoke. Cioè, si guardano in faccia estasiati e basta. E le ragazze sbrigano i loro problemi. Rumore di scarico di uno sciacquone.
    No vabeh, stavano ai lavabi e la mora chiude la porta con l'asticella. Ma non è una zona di pubblica affluenza? Capirei se fosse il bagno con wc, ma... Ah no, okay, l'ha spintonata sul suddetto wc. Quando di preciso e con quale dono dell'ubiquità, non saprei.
    Pure la opening rock che all'inizio mi ha trasportato per un istante nell'universo di Psycho Pass...
    Guardando la sigla sono certa di aver già visto tutto l'anime, ma andiamo avanti.
    "Trap :1 -- Girone delle corna" (titolo inesatto)
    Il fidanzato di Yuma mi ricorda il protagonista di Fate Stay Night.
    Ma chi fa gli assoli con la chitarra acustica dite venga pagato bene?
    Sto delirando. E rimettendo in play il video, mi salta fuori un popup di siti per incontri di sesso. Coincidenze?
    Ah ma sono anche vicine di casa. Hotaru mi sa di molestatrice seriale, ma la cosa non mi infastidisce. Mi dà più noia la mamma senza faccia di Yuma. Niente che non si possa superare, tho.
    La sigla finale sembra cambiare musica ogni 10 secondi. Ed è già finita, tranciata di netto con una katana su qualche programma di montaggio audio.
    Beh.


    Mi incuriosisce, lo continuerò. Anche perché è oggettivamente esilarante.
    Se l'incostanza da sessione d'esami non m'inganna, butterò giù qualche riflessione seria (?) una volta scesa dalla giostra.
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    CITAZIONE (DrDreamer @ 19/8/2023, 09:31) 
    I gusti personali sono, appunto, personali, ma Adachi to Shimamura noooooo :XD:

    Ma no, però, al di là dei gusti, il fatto di tirare tutto a mo' di carro di buoi per cinquine di episodi circostanze invece meglio adattabili a livello di trama in metà tempo mi snerva tantino. Però comprendo quanto sostiene Mamiina:

    CITAZIONE (Mamiina @ 19/8/2023, 09:42) 
    Per quanto riguarda infine AdaShima devi considerare che soffre del problema di TUTTI gli adattamenti animati di manga e light novel yuri (nessuna esclusa) ovvero, e qui cito una mia frase di pochi giorni fa, che su tratta di una iperglorificata campagna pubblicitaria per invogliare il pubblico ad acquistare l'opera originale, che tradotto in parole povere significa che è incompleta. Nel suo caso specifico poi l'anime si ferma ben prima che le cose fra le due protagoniste inizino a farsi davvero interessanti, stesso problema che si può riscontrare in tanti altri adattamenti recenti o meno, tra i quali cito a titolo di esempio Yuri is My Job, Virgin Road e Urasekai Picnic.

    Possiamo però consolarci col fatto che questo non è un problema che riguarda solo gli adattamenti di manga e light novel yuri ma che coinvolge indistintamente tutti i generi e l'industria in generale, che poi è il motivo per cui preferisco sempre gli original anime.

    Non avevo mai provato a pensare che fosse una trovata tutto sommato "pubblicitaria" e i conti in effetti tornano. Però, mi vien da riflettere: non sarebbe a 'sto punto meglio cimentarsi nella produzione di un breve OAV, anziché tuffare spettatori fiduciosi in un anime quasi autoconclusivo o dal finale, nel bene o nel male, insulso? Cioè, anche gli investimenti economici per la realizzazione multimediale risulterebbero più ridotti. Risparmierebbero! Poi magari mi sbaglio, però penso che così diversamente facendo, i fan resterebbero ancora più invogliati a comperare il manga di riferimento. Un po' come un teaser... Lo dico perché una volta concluso AdaShima la fantasia di sbirciare il manga mi è passata sulla testa (e non dentro) come una meteora, per poi autodropparsi.
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    Io ho l'abitudine malsana di finire quelli brutti e interrompere quelli interessanti.
    Un esempio tra i tanti: ho visionato da cima a fondo "Canaan" per quanto l'abbia ritenuto non possedere né capo né coda, opening orrenda, alcuni personaggi inseriti giusto per riempire gli spazi e... non so, è trascorso ormai tanto tempo da quando l'ho finito, ma il ricordo che mi ha lasciato è forellato di delusione. La sigla finale era bella però... Si poteva fare di meglio nel complesso.
    Uno che ho droppato (e me ne vergogno come solo Iddio sa) è "Oniisama e...". Sicuramente perché, seguendolo all'epoca su Youtube, mi infastidiva la suddivisione delle puntate in tre parti e quindi ho gettato la spugna. Merito l'ergastolo, lo so.
    Un altro che ho finito pur non meritando di essere finito è "Adachi to Shimamura", ovvero l'ultimo yuri che ho avuto modo di vedere. Sì, vero è che mi ha fatto in più punti tenerezza e le sigle erano proprio belline, però......
    .... mentre un altro non del tutto ultimato è, orecchio orecchio, "Maria-sama ga miteru".
    Maria-sama proverebbe purissimo biasimo per la sottoscritta, se solo avesse modo di sapere tutto ciò. Benché, in fondo, lo sappia di già, visto che ci guarda...
    :rolleyes: :alienff:

    Edit: Santo cielo, ho appena constatato come nello Yuri Awards del 2020 "Adachi to Shimamura" sia svolazzato in vetta. Mi sento un diavoletto e ho ritenuto opportuno riportare un tale stato d'animo acquisito sotto copertura spoiler. Non linciatemi. :ph34r:
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    Benvenuta :)
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    Benvenuto, nessuna intrusione \o/
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    Avevo sentito parlare spesso di Vocaloid e compagnia, ma sono una capra ignorante a proposito. Sembrano progettini interessanti, che hanno una loro buona elaborazione in termini di grafica e montaggio audio.
    Ci butterò un orecchio su, appena mi sarà possibile.

    Ps. La cosa (fuori contesto) che mi fa sorridere è l'avatar dell'utente che ha caricato i primi tre video qui riportati : ma è Charles Darwin? XD
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    Ora voglio la seconda stagione.

    Verso gli ultimi minuti del dodicesimo episodio pare che Shimamura stesse iniziando a mutar parere nei riguardi di Adachi, considerandola come il suo "ciliegio in fiore".
    Da', non possono farlo finire così, sarebbe da galera.
    Un po' come un altro anime yuri che vidi anni fa e che ebbe un finale iper mega ultra miserevole, spalancato. Una vera vergogna che non fa onore neanche allo stile del finale aperto che eppure mi piace. Neanche ricordo quale fosse questa serie, so solo che fu una delusione dall'inizio alla fine.

    L'andatura dell'anime si è rivelata essere un tantino esitante.
    Abbiamo avuto momenti ecchissimi con Hino e Nagafuji (o come cappero si chiamano) e molto poco fluff onesto e unanimamente ricambiato tra le due protagoniste.
    Adachi viveva delle sue bellissime e scioglievoli illusioni da adolescente cotta, ma Shimamura restava solo sulle sue, da perfetta indifferente, incapace di provare sentimenti d'affezione vera, ma una sorta di pura pietà verso la compagna.
    Questo tipo di persone esistono eccome, ho avuto modo di constatare la cosa in real life, facendo l'Adachi della situazione. Per questo non me la sento di biasimare alcunché a proposito: le situazioni sono realistiche, purtroppo, ed i personaggi hanno un loro spessore (dimostrato dagli splendidi monologhi), anche se talvolta rarefatto. Ma non si tratta di un animone da psicodramma e thriller esistenziale, quindi si può ben capire la scelta di renderlo leggero e superficiale in certi punti.
    Leggevo poc'anzi su un noto sito di scans, sempre a proposito di Adashima, un commento del tipo :"Qua ci vogliono altri dieci anni finché succeda qualcosa."
    Ed è infatti un pochetto svilente notare che nel corso di tutti gli episodi Shimamura non si sia neanche una volta posta il problema del malessere di Adachi in termini di innamoramento. Ma, ripeto, non è un dettaglio affatto irrealistico.
    Però però però... potevano farlo lo sforzo di mostrarci qualcosina in più. È un anime yuri esplicito alla fin dei conti, accipicchia.
    Speriamo che la tirino fuori una seconda stagione, premendo un poco il piede sull'acceleratore e addentrandosi anche in un ipotetico sentimentalismo da parte di Shima, che, sicuramente, avrebbe modo di uscire in maniera piuttosto insolita, originale e anche più spontanea rispetto all'impacciata ed imbarazzatissima Adachi.

    Ritagliandomi un piccolo margine di umile giudizio personalissimo - e ripromettendomi al contempo di buttare uno sguardo anche sul possibile proseguio della storia in versione manga/light novel (devo ancora informarmi a riguardo...)- darei a quest'anime un 7 e mezzo.
    Mi ha tenuto compagnia (e ha rispolverato vecchie [ma neanche tanto] sensazioni da sfigatona liceale, tristi e soffici al contempo).
    Le sigle sono state davvero carine, specie quella di apertura.
    Le ost un poco meno. Ce n'è una che all'inizio è identica al motivetto di "Casa Vianello", ho avuto tipo un sussulto quando l'ho sentita per la prima volta.

    CITAZIONE (Mamiina @ 27/2/2021, 20:57) 
    CITAZIONE (vertfoncé @ 27/2/2021, 10:07) 
    Mi chiedo perché sia considerato uno shounen...

    Perchè viene preso in considerazione il magazine di serializzazione che in questo caso è Dengeki Bunko Magazine, il cui target demografico è prevalentemente adolescenziale maschile. Sappiamo bene però che queste categorizzazioni lasciano spesso e volentieri il tempo che trovano.

    Capito, grazie per la delucidazione o/
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    Nicchia fino ad un certo punto, però. Possibile che abbiano calcolato che i fan italiani di Vampeerz siano tutti degli aristocratici sfondati dai gusti raffinati e particolari, non unanimamente condivisi dalle masse che si concedono solo quegli insulsi e ordinari manga da 4,90€?
    Il prezzo è esagerato e l'opera non proprio popolare.
    Poi magari conterrà dei contenuti speciali... o avrà una filigrana d'oro.
    Ma è sempre alto. In Germania, un volume di Citrus munito di libricino con scene extra viene a costare circa 8,20€, se non ricordo male. E siamo in un paese i cui i manga "normali" costano il doppio rispetto ai nostri prezzi più abbordabili.
    O, come qualcuno di voi aveva già supposto, sarà perché gli yuristi in Italia si contano sulla punta delle dita e quindi gli editori hanno fissato un costo un po' alticcio, per guadagnarci comunque quanto farebbero vendendo un'opera più conosciuta a prezzo calmierato, normale, con un pubblico più vasto.
    Boh.
    Forse lo acquisterò ugualmente. Anche solo un volume all'anno non dissesterà le mie finanze ~
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    Io finora ho visto fino al terzo episodio, avendo iniziato ieri.
    Alle prime non mi aveva convinto, però, sì, è tutto sommato scorrevole e a modo suo introspettivo e simpatico.
    Shimamura è un personaggio affatto banale : capace di considerazioni profonde, molto riflessivo e, allo stesso tempo, distante e menefreghista pure, se non fosse per l'attaccamento di Adachi.
    Adachi mi fa tenerezza. Insicura e innamorata, i suoi pensieri sono tutt'altro che complessi ai livelli della sua compagna. Too gay to work.
    Gli altri personaggi sono un mero sfondo, talvolta intratteniente.
    Lo continuerò.
    Per ora mi ha dato una buona impressione.
    Mi chiedo perché sia considerato uno shounen...

    Una cosa del primo episodio non ho capito :
    quando Adachi, con la camicia proprio bagnata, stanchissima e sudatissima dopo un match di ping pong, si sventola con la gonna e l'altra intanto sta tranquilla e asciutta col cardigan addosso...
    O Adachi avrà delle ghiandole sudoripare assai sviluppate o Shimamura è una lucertola.


    Shukoh... shukoh...
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    Premetto di essere contentissima che questo lavoro sarà tradotto e disponibile anche in terra nostrana.

    Ma, certe volte, mi domando stupidamente una cosa : su quali basi una casa editrice decide quali manga verranno pubblicati in Italia? L'opera selezionata gode di un particolare seguito anche qui? E come lo vengono a sapere?

    Nel caso di Vampeerz, oddio, dubito fosse già da tempo celeberrimo da noi...

    E se non si tratta della fama, allora quale ne è il criterio di scelta?
    Sono le singole persone operative che vanno a simpatia oppure, magari, credono che possa essere un ottimo investimento? XD
    Sarà perché ha qualcosa di shounen, quindi attira più pubblico?
    E non lo dico con pregiudizio, è un dato di fatto che il genere shounen abbracci una vasta gamma di utenza/acquirenti :ph34r:

    (Della serie Io ed i miei interrogativi banalissimi prima della buonanotte)
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    Visto il trailer, sembra molto carino, parecchio rilassante : una visione che si prospetta leggera e subtext, assieme alla resa grafica niente male.
    Poi, il fatto che ci sia la Rikako mi spinge ancor di più a darci una bella sbirciata, quando arriverà l'estate :rolleyes:
169 replies since 7/5/2012
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