NOVITA' YURI 2017

La nostra rubrica mensile dedicata ai nuovi anime!

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  1. Mamiina
     
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    Simoun Auriga

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    Cari amici e care amiche del Crystal Lily, benvenuti all’edizione di novembre della nostra rubrica dedicata alle Novità Yuri 2017, il primo dei tre appuntamenti riservati agli anime della stagione autunnale, l’ultima di un’annata che fino ad oggi non è stata certamente avara di soddisfazioni. Non fa eccezione nemmeno la stagione in corso, sebbene dopo l’incredibile scorpacciata estiva sia inevitabile avere la sensazione che questa sia un pochino più leggera a livello di contenuti. In realtà ciò è vero solo in parte, poiché a volte bastano solo una o due opere con i giusti connotati per riempire un’intera stagione e farci comunque sentire realizzati, e tra gli anime in corso i candidati a ricoprire tale ruolo sono sicuramente più di uno. Andiamo dunque a vedere quali sono e chi fra essi si è distinto maggiormente in questo scorcio iniziale d’autunno.

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    Prima di cominciare faccio una piccola premessa. Nell’ editoriale di questo mese non troverete traccia della seconda stagione di YuYuYu poiché ho deciso di seguire la tendenza del fandom, ovvero quella di considerare le due parti da cui è composta come due anime separati. Ciascuno di essi verrà dunque valutato come opera a sé, con un solo bilancio alla fine dei rispettivi 6 episodi da cui sono composti. Nella rubrica di dicembre troverete dunque le mie valutazioni su Washio Sumi no Shou, il prequel attualmente in corso che si concluderà a metà mese, mentre a stagione terminata stilerò il bilancio dei sei episodi rimanenti che andranno a comporre la serie denominata Yuusha no Shou e che costituiranno la seconda stagione vera e propria di Yuuki Yuuna is a Hero.

    Konohana Kitan - Episodi 1-4 - Voto: 9. Chi come me ha alle spalle anni e anni passati a leggere centinaia (se non addirittura migliaia) di pagine di Yuri Hime non potrà non aver provato un immediato senso di familiarità nel vedere Konohana Kitan. Quelle atmosfere delicate e leggere che ci fanno sentire come se fossimo a casa, quella profusione di sentimenti che ci avvolgono nella loro dolcezza e quella sensazione di assoluta purezza che permea ogni elemento dell’anime costituiscono la vera essenza di fondo di questo genere a noi così caro. Konohana Kitan è una delle più limpide espressioni del genere yuri mai viste fino ad oggi, uno show di cui per anni abbiamo sentito la mancanza e di cui forse avevamo bisogno ben più di quanto non pensassimo per rinsaldare i legami con le nostre origini dopo tanto, forse troppo, tempo trascorso tra surrogati e derivazioni di ogni tipo. E il bello è che Konohana Kitan non si sta limitando a rendere felici solo noi yuristi ma sta raccogliendo consensi un po’ dovunque per le sue qualità come anime a livello generale.

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    Piacciono infatti le sue protagoniste, così dolci e carine ma allo stesso tempo terribilmente divertenti , piacciono le sue atmosfere idilliache e la sua collocazione a metà tra sogno, folklore e fantasia ma soprattutto piace la sua capacità di coniugare in modo pressoché perfetto i numerosi elementi che lo caratterizzano, bilanciando così tra loro aspetti apparentemente distanti quali comicità, dramma e sentimento. Konohana Kitan è un anime in grado di farci passare da momenti di divertimento totale nei quali ci fa ridere a crepapelle ad altri dove riesce ad emozionarci profondamente arrivando addirittura in certe occasioni a farci commuovere, il tutto in modo perfettamente naturale, senza mai perdere la sua leggerezza, ma soprattutto senza darci quella fastidiosa sensazione di “sbalzo umorale” che in passato abbiamo provato con certi altri show. Al contrario, tutte le emozioni che quest’anime ci regala costituiscono un flusso armonioso da cui è estremamente facile lasciarsi trasportare.

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    Konohana Kitan è un anime che incarna come pochi la filosofia dello yuri ed è la dimostrazione di quello che da anni andiamo ripetendo fino alla nausea, talvolta anche invano, ovvero che la componente fisica, per quanto sicuramente non ci dispiaccia quando è presente, non è fondamentale per dare vita ad un rapporto di natura esplicita. Al momento la situazione dal punto di vista sentimentale vede la presenza di una coppia conclamata, vale a dire Ren e Natsume, e di un’altra che definiamo “work in progress”, con Satsuki che sicuramente è sulla buona strada per innamorarsi della dolce Yuzu. Ma a quanto pare anche le altre due protagoniste principali, ovvero Kiri e Sakura, sembrerebbero essere in una relazione sentimentale sebbene la questione, almeno per il momento, sia stata solo vagamente accennata. Chissà se in futuro ci verrà rivelato qualcosa di più sul loro legame, ma intanto godiamoci queste altre due coppie che già da sole sono davvero tanta roba!

    Urahara - Episodi 1-4 - Voto: 6, ma ammetto candidamente che questa valutazione non riflette il mio effettivo indice di gradimento di questo show, che è in realtà molto più alto. Tuttavia è fondamentale partire dalle considerazioni oggettive e parto subito col dire che per molti aspetti è difficile (almeno per il momento) poter considerare Urahara un bell’anime: la sua trama, per quanto volutamente surreale, sembra non avere né capo né coda e i vari avvenimenti della storia si succedono senza alcuna logica apparente. La caratterizzazione dei personaggi poi è quasi del tutto inesistente e le protagoniste sono totalmente piatte e bidimensionali. La prima impressione che si ha guardando Urahara è quella di assistere a uno show ispirato ai mahou shoujo per bambini, in una sorta di effetto volutamente naif o, se preferite, un “falso artistico” di cui ancora non si capisce lo scopo, ammesso e non concesso che quest’opera ce l’abbia davvero uno scopo. Tuttavia è innegabile che quest’anime abbia un fascino misterioso e qualcosa in grado di catturare lo spettatore, al punto che una volta che lo si è iniziato è quasi impossibile abbandonarne la visione.

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    Cosa sia questo qualcosa è davvero difficile stabilirlo: forse è la sua capacità di catturare lo sguardo e di rapire la mente grazie al suo stile unico e coloratissimo, forse è quella sensazione di dolcezza che traspare un po’ dovunque, forse è per via delle protagoniste, che saranno sì un po’ piatte, ma allo stesso tempo sono anche così dannatamente stilose. O forse è semplicemente la malsana, masochistica curiosità di volere a tutti i costi capire dove si voglia andare a parare con questa roba. Sta di fatto che a un certo punto sono arrivato quasi a ipotizzare che quest’anime sia in realtà una nuova forma di droga poiché, ripeto, apparentemente non c’è davvero alcuna spiegazione logica in grado giustificare il piacere che si prova nel guardarlo. Non c’è nemmeno yuri, visto che il rapporto fra le tre protagoniste è sviluppato sotto forma di una solida ed affettuosa amicizia, e per come è impostato lo show credo che ben difficilmente ci potrà mai essere spazio per tale elemento. Eppure…

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    Spesso e volentieri si dice che la sostanza conta più dell’apparenza. Ebbene, Urahara è una delle rarissime eccezioni a questa regola e nel suo caso sembra quasi che l’apparenza sia più che sufficiente a compensare l’attuale mancanza di sostanza. Se (e fino a quando) questo incantesimo sia destinato a durare ovviamente non mi è dato di saperlo tuttavia penso che prima o poi quest’anime sarà costretto a togliere la maschera e a svelare una volta per tutte il suo vero volto. Non sono in grado di dirvi se ve lo consiglierei o meno, anche se sono sicuro che quello che vi ho appena raccontato probabilmente avrà acceso la vostra curiosità. Se decidete però di provarlo fate attenzione, poiché vi assicuro che dà dipendenza. Non ditemi poi che non vi avevo avvisato!

    Shoujo Shuumatsu Ryokou - Episodi 1-4 - Voto: 8. Se fino ad oggi non avevate mai pensato che un anime ad ambientazione post apocalittica potesse essere tenero e rilassante allora dovete proprio dare un’occhiata a Shoujo Shuumatsu Ryokou. Uno show dolcissimo e toccante, capace di toccare delle vette di poesia davvero altissime, portando lo spettatore a riflettere su tutta una serie di argomenti spesso anche molto profondi. Due giovani ragazze, semplici e per certi aspetti anche piuttosto ingenue, costrette ad affrontare da sole un mondo sconosciuto e completamente in rovina, alla ricerca non solo del necessario per sopravvivere, ma spesso anche di una ragione per cui valga la pena di continuare a vivere. E così le vediamo muoversi tra macerie e città fantasma, due minuscoli puntini nella vastità di un universo ignoto, un universo che però, a differenza di molti altri anime dallo scenario simile, non sembra nascondere delle vere e proprie insidie, ponendosi più che altro come un osservatore silenzioso ed imponente, e i cui immensi relitti altro non sono se non l’ultima testimonianza di una civiltà che ormai è sparita per sempre. C’è un velo di profonda malinconia a permeare le vicende di Shoujo Shuumatsu Ryokou, un silenzio assordante che viene rotto solo dal passaggio della Kettenkrad, l’inseparabile motocicletta corazzata che Chito e Yuuri utilizzano per i loro spostamenti.

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    Allo stesso tempo però non sembra esserci mai troppa disperazione o tristezza nell’animo delle due protagoniste poiché su di esse prevarica sempre la loro voglia di esplorazione, quella fame di scoperta (o per meglio dire di riscoperta) che rappresenta la loro vera scintilla vitale, alla quale va poi aggiunto l’altro elemento imprescindibile per la loro esistenza, ovvero la costante e reciproca presenza. Le due ragazze infatti sono piuttosto agli antipodi come carattere ma proprio per questo motivo finiscono per completarsi a vicenda. Chito è pacata, razionale e riflessiva, possiede una buona cultura ed è sicuramente quella più dotata sul piano spirituale. Yuuri al contrario è un autentico concentrato di ignoranza: rozza, analfabeta e dai modi spicci, preferisce usare la forza bruta piuttosto che il cervello. Una simile miscela non può ovviamente che generare frequenti bisticci e discussioni ma allo stesso tempo finisce per rendere indispensabile per ognuna la presenza dell’altra. Nonostante quella fra loro sia un’autentica simbiosi, il rapporto fra Yuuri e Chito non è stato impostato in chiave yuri bensì sotto forma di un’autentica amicizia. Tra le due ragazze c’è un forte cameratismo e un affetto che ha chiaramente delle radici molto profonde, pur non sviluppandosi mai in chiave romantica. Così come Urahara dunque, anche Shoujo Shuumatsu Ryokou sembra essere orientato verso la categoria degli Anime a Cast Femminile.

    Love Live! Sunshine!! - Episodi 1-4 - Voto: 7. Diciamolo chiaramente: per usare un’espressione presa in prestito dall’ambito commerciale Love Live! è un prodotto che "si vende da solo". Sarà per quell’aura mistica che ormai lo circonda, sarà per le sue tematiche che poco alla volta sono diventate un vero e proprio marchio di fabbrica, sarà per la bellezza intrinseca dei suoi elementi, insomma, qualunque sia il segreto che c’è dietro questa sua formula magica, Love Live! è uno show che nasce vincente e che per questo non potrà mai non piacere. Ma forse è proprio per questo motivo che gli autori si sentono ogni volta in dovere di dare qualcosa di più, con il rischio inevitabile di finire talvolta per strafare. E’ il caso ad esempio della seconda puntata, nella quale si è voluta forzare a tutti i costi una coesione tra le protagoniste, in seguito a quella che è stata una vera e propria dichiarazione d’intenti, col risultato di dare vita ad un episodio indubbiamente divertente ma allo stesso tempo davvero molto poco spontaneo. Ancora peggio è andata poi con il terzo episodio, nel quale si è superato davvero troppo il limite dell’inverosimile finendo così per sminuire l’impatto emotivo di un passaggio chiave della storia. Questo show ha sempre fatto delle piccole concessioni alla fantasia (chi ad esempio non ricorda la scena in cui Honoka fece smettere di piovere urlando?), tuttavia se quei momenti tutto sommato potevano essere letti in chiave puramente metaforica la stessa cosa non si può dire per il fatto di aver visto un gruppo di ragazze fare un’audizione pubblica, percorrere non si sa quante decine di chilometri correndo e poi avere ancora le forze per fare una seconda esibizione. OK la gioventù e la stamina, ma stiamo parlando di idol o di triathlete? Anche sotto questo punto di vista dunque si è voluta forzare un po’ troppo la mano con la questione del “miracolo”.

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    Eppure dovrebbero ricordarsi benissimo che il vero “miracolo”, quello fatto con la prima serie, nacque proprio grazie alla spontaneità della sua storia e al modo totalmente naturale con il quale si formarono tutte le alchimie necessarie a dare vita a quello straordinario risultato. Ma fu una combinazione che nacque quasi per caso, non certo programmata a tavolino, e che, come avviene sempre quando un’opera raggiunge dei livelli di successo inimmaginabili, fu probabilmente figlia di un mix di elementi che includevano sì una certa quantità di bravura, ma anche una bella dose di fortuna. E se è vero che da un lato con quella leggenda ci si deve bene o male confrontare è anche vero che la ricerca a tutti i costi del colpo ad effetto finisce purtroppo col sortire l’effetto opposto, ovvero quello di dare vita a dei confronti che, per il bene di questo show, è meglio evitare. Meglio dunque concentrarsi su ciò che queste ragazze hanno da offrire, che non è sicuramente poco, e lasciare che le cose seguano il più possibile il loro corso naturale. In sostanza proprio quello che è avvenuto nel quarto episodio, dove finalmente si è tornati a lavorare sulla crescita dei personaggi e su quello che deve diventare il primo obbiettivo di questa serie, ovvero quello di dare alle Aqours un'impronta tutta loro, che sia quanto più possibile unica ed originale. Ed è solo attraverso questo processo di forgiatura di una vera anima per le Aqours che sarà davvero possibile capire dove queste ultime potranno arrivare, ma è una cosa che si può scoprire solo cammin facendo e che non può (né deve) essere stabilita a priori.

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    Mi rendo conto che forse questo giudizio potrebbe sembrare più duro di quanto in realtà non sia, anche perché, come già detto, Love Live! Sunshine!! è un anime altamente godibile e pieno di momenti divertenti, tuttavia è risaputo che quando su uno show ci molto aspettative si tende sempre ad alzare l’asticella, pretendendo ogni volta da lui il meglio. E in ogni caso siamo solo all’inizio, la partenza è stata buona, forse non ottima ma comunque incoraggiante, le canzoni poi, come sempre, sono bellissime! Ricordo peraltro che nemmeno i primi episodi di Love Live! School Idol Project! S2 furono poi così strabilianti, con la vera svolta che arrivò solo a partire da metà stagione. Attendiamo dunque fiduciosi e nel frattempo godiamoci la sfida al titolo di miglior pairing dell’anime che continua ad essere davvero molto serrata e che per ora vede Kanon/Mari e Chika/Riko perfettamente alla pari, anche se ad onor del vero nelle ultime puntate le scene migliori, contro ogni previsione, ce le hanno riservate Dia e Ruby. Certo, siamo tutti quanti consapevoli che si tratta di un pairing su cui ben difficilmente gli autori potranno mai puntare (per ovvi motivi), tuttavia sono sicuro che quelle piccole concessioni che hanno fatto siano state già più che sufficienti per infiammare la fervida fantasia dei fan.

    Two Car - Episodi 1-4 - Voto: 5,5. Faccio subito una premessa. Il mio giudizio su Two Car non è condizionato dalla questione legata a Yuri e Megumi e alla conseguente gestione dell’elemento yuri, di cui parlerò approfonditamente più avanti. Anche senza tutte le difficoltà generate dal fatto di dover guardare un anime di cui si odiano le protagoniste principali penso che Two Car avrebbe raggiunto al massimo una sufficienza risicata. Il motivo è presto spiegato e consiste nel fatto che questa volta “lo strano mix” non funziona. Dal punto di vista puramente tecnico quest’anime è indubbiamente di ottimo livello, in particolare per quanto riguarda l’elemento sportivo, che è stato sviluppato in modo preciso e realistico dando un’immagine molto accurata di come funzionano le corse di sidecar. Se provate a guardare un video su Youtube vi rendete immediatamente conto che tutte le informazioni relative agli stili di guida, al ruolo dei due membri dell’equipaggio, all’impostazione del veicolo in pista corrispondono totalmente alla realtà. Perfino i rumori dei motori che sentiamo durante le corse sono stati presi da gare vere, così come è altrettanto vero che sull’Isola di Man si corre annualmente una delle gare motoristiche su strada più importanti al mondo, il famoso TT che, tra le varie categorie, prevede effettivamente anche quella fra sidecar. Proprio per via di questo realismo a mio parere sarebbe stato dunque più opportuno, almeno per una volta, evitare di lasciarsi tentare dall’elemento moe e optare per un cast dalle caratteristiche più mature inserendo dei personaggi un po’ più verosimili.

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    Per carità, le varie coppie di ragazze, ad eccezione di Yuri e Megumi, possono anche risultare molto gradevoli da vedere e prese come elemento a sé sono sicuramente valide. La coppia sadomaso, le due principesse, le due “simil Haruka/Michiru” (e ancora dobbiamo scoprire le altre) danno vita ad un cast variopinto e a tratti anche abbastanza originale, ma nel momento in cui si devono mettere insieme i due elementi principali dell’anime la sensazione che si ha è quella di una bella occasione sprecata. Non si capisce infatti perchè da almeno vent’anni a questa parte non sia possibile assistere ad un bell’anime sportivo femminile che prenda davvero sul serio questa sua componente, portandola avanti di pari passo con quegli altri elementi fondamentali legati allo sviluppo dei personaggi e dei rapporti interpersonali. Credo, ma non vorrei sbagliarmi, che gli ultimi ad averlo fatto siano stati gli anime sulla pallavolo realizzati a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90. Qualche anno fa ci andò molto vicino Sekai de Ichiban Tsuyoku Naritai!, opera ambientato nel mondo del wrestling femminile, ma la sua qualità non eccelsa gli impedì di lasciare il segno. C’è stato poi Keijo, è vero, ma a parte il fatto che dal punto di vista commerciale fu comunque un flop, lo “sport” da lui trattato è una pura invenzione di fantasia e pertanto non fa testo. E così, mentre gli anime sportivi dedicati alla controparte maschile legati a calcio, basket, pallavolo, ciclismo (e chi più ne ha più metta) diventano delle super-hit capaci di conquistare decine di migliaia di appassionati, i vari show femminili dedicati al ping pong o al ciclismo sono finiti rapidamente nel dimenticatoio senza lasciare alcuna traccia. La stessa sorte che verosimilmente toccherà anche a Two Car.

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    Ritengo inoltre che la trovata di dare vita ad una coppia di protagoniste principali divise da una profonda inimicizia per il fatto di essere innamorate dello stesso uomo si stia rivelando come una delle scelte più controproducenti possibili per questo show. E non è tanto la presenza della componente etero a dare fastidio (anche se a noi sicuramente non può fare piacere) quanto proprio il fatto che il loro rapporto di estremo antagonismo, che sfocia in continue liti ed isterismi, stia finendo per renderle tremendamente sgradevoli, esattamente come le loro interazioni, che hanno ormai superato il limite della sopportabilità. Negli ultimi episodi sono arrivato al punto che quando Yuri e Megumi iniziano a discutere (cosa che avviene almeno un paio di volte a puntata) mi ritrovo a mettere in muto l’audio del mio PC nell’attesa che finiscano, in parte per salvaguardare le mie orecchie, ma in parte anche perché di tutto ciò che riguarda loro due non me ne frega assolutamente nulla. Per assurdo le due ragazze funzionano molto meglio quando devono ricoprire il ruolo di pacieri, aiutando le altre coppie di ragazze a superare eventuali incomprensioni e dissidi. Il loro intervento è stato infatti fondamentale per cementare l’unione tra le due componenti del Team Suzuka (quanto avrei voluto che fossero loro le protagoniste di Two Car!!) e con ogni probabilità si apprestano ora a fare lo stesso tra la coppia sadomaso. Ho usato la parola “coppia” non a caso, poiché (tolte Yuri e Megumi) la sensazione che abbiamo avuto fino ad ora è che tutti gli altri equipaggi di Two Car siano coppie più o meno esplicite, con grosse probabilità che il cast si riveli full-lez ad eccezione dei due main character. Una situazione che dunque giustifica ampiamente la visione di questo show spalancandogli le porte all’ inserimento nella categoria degli Anime ad Elemento Yuri Secondario Importante. Certo, se poi avvenisse anche l’improbabilissima redenzione di Yuuri e Megumi allora si aprirebbe uno scenario totalmente nuovo. Il mio suggerimento tuttavia è di non contarci troppo e di godervi come sto facendo io tutti gli altri pairing, che ci hanno già regalato non poche soddisfazioni.

    Si conclude così questa rubrica di novembre dedicata all’apertura della stagione autunnale, un’edizione sicuramente pregna di contenuti e di spunti di discussione a dispetto di un numero di opere piuttosto contenuto e di una presenza dell’elemento yuri tutto sommato abbastanza scarna rispetto al più recente passato, sebbene ci sia il meraviglioso Konohana Kitan a tenere alta, anzi altissima, la nostra bandiera!

    Appuntamento a dicembre dunque, per un nuovo punto della situazione nel quale inizieremo a parlare anche di Yuuki Yuuna, o meglio, di Sumi Washio, lo show che in questi giorni ci sta letteralmente sconvolgendo a più riprese. Se volete conoscerne i motivi non vi resta che farvi trovare pronti qui fra un mesetto circa. A presto e come sempre…

    Stay Hungry, Stay Yuri!
     
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17 replies since 24/12/2016, 12:42   10000 views
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