NOVITA' YURI 2015

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  1. Mamiina
     
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    Simoun Auriga

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    Cari amici e care amiche del Crystal Lily benvenuti al nostro immancabile appuntamento con la rubrica dedicata alle Novità Yuri 2015. La stagione estiva è ormai al giro di boa e pertanto è giunto il momento di fare nuovamente il punto della situazione dei vari anime in corso. Partiamo dunque subito anche perché dopo l’edizione in formato ridotto di agosto, dove avevo evitato per mancanza di tempo di addentrarmi troppo a fondo con le analisi, ho davvero parecchie cose da dire.

    Bilancio anime in corso


    Senki Zesshou Symphogear GX


    Certo che ne ha fatta di strada quest’anime da quella prima stagione del 2012, così sconclusionata e terribilmente povera dal punto di visto tecnico. Symphogear GX non solo sta confermando tutti i miglioramenti visti nella seconda stagione ma se possibile arriva ad alzare ulteriormente il livello qualitativo generale dimostrando che la casa produttrice ci aveva visto giusto quando ha scelto di investire in modo serio su quest’opera, trasformandola da un anime da quattro soldi in una saga che ormai ha conquistato il cuore di tutti i fan. Il lavoro che stanno facendo con questa terza serie è veramente ottimo e almeno per il momento sono stati evitati alcuni dei difetti più evidenti del passato: una storia che finalmente non appare così scontata e prevedibile e soprattutto un gruppo di cattive con cui non è possibile empatizzare. Certo, faccio fatica a credere che alla fine non ci sarà la redenzione di Carol, anche perché un sua fine tragica non sarebbe nelle corde di quest’anime, tuttavia, arrivati all’ottavo episodio, l’alone di mistero che avvolge il suo operato e quello delle Autoscorer è ancora completamente fitto. Sappiamo infatti le loro motivazioni (dare il via all’Apocalisse) ma non è chiaro il loro modo di agire. Perché continuano a provocare Hibiki e socie di modo da spronarle a combattere facendole diventare così sempre più forti? E perché non affondano mai il colpo quando sono sul punto di sconfiggerle fino ad arrivare poi a farsi “uccidere” in maniera quasi volontaria? Anzi, in realtà sembra che il loro scopo sia proprio quello di essere uccise dalle Symphogear Users. E poi, Elfnein è davvero un’alleata o è soltanto un burattino nelle mani di Carol che sta facendo (magari inconsciamente) il doppio gioco? Ma soprattutto, quale sarà il reale prezzo da pagare per l’utilizzo degli Ignite Modules? Anche perché sembra ormai chiaro che il loro utilizzo da parte di Hibiki e delle sue compagne faccia anch’esso parte dei piani della stessa Carol.

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    Voto agli episodi 4-8: SETTE E MEZZO. Povera Hibiki. C’è voluta quasi mezza stagione, e tutto l’impegno di Miku, per farla uscire finalmente dall’empasse e vederla recuperare così le motivazioni e, con esse, il suo ruolo di leader. Ed ecco che di punto in bianco ci pensa il padre con il suo ritorno a gettarla nuovamente in crisi nera. Riuscirà la sua mogliettina a risollevarle il morale anche questa volta? Al di là dei problemi famigliari di Hibiki sono tante, come già detto, le domande di cui attendiamo una risposta. Speriamo che il finale, da sempre vero tallone d’achille di quest’opera, sappia essere davvero all’altezza di quanto costruito fin qui e che la storia non si afflosci invece per l’ennesima volta proprio quando dovrebbe dare invece la stoccata definitiva. Un epilogo che sappia sorprenderci, appassionarci, e magari anche commuoverci è quello che è sempre mancato a quest’anime per compiere il definitivo salto di qualità ed entrare così nell’olimpo delle opere da incorniciare e conservare nell’albo dei ricordi. Due anni fa optai per la strada dell’ottimismo, finendo così per rimanere in gran parte deluso, questa volta voglio essere un po’ più cauto e preferisco aspettare e vedere cosa succede senza azzardare previsioni o riporre troppo aspettative. In fondo sappiamo bene che stiamo parlando di Symphogear, non certo di Madoka.

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    Componente yuri: Non ho fatto nemmeno in tempo a dire che Shirabe e Kirika stavano usurpando il posto di coppia principale a Hibiki e Miku che immediatamente c’è stata la “reazione” di queste ultime, con una serie di scene ed avvenimenti che hanno rinsaldato in modo vigoroso il loro legame dimostrando ancora più apertamente, qualora ce ne fosse stato il bisogno, qual è la natura del sentimento che le lega. Penso che nessuno, nemmeno il più cieco dei ciechi, farebbe fatica ad identificarle ormai come una coppia a tutti gli effetti. E non mi riferisco solo al fatto di vederle condividere in modo del tutto naturale lo stesso letto, cosa che hanno sempre fatto, ma ai dialoghi che mai come in questa stagione arrivano ad enfatizzare come la presenza di una sia di importanza pressoché vitale per l’esistenza dell’altra. E in tutto questo Shirabe e Kirika non stanno di certo a guardare. Anzi, anche per loro ormai si può parlare di un’esistenza in simbiosi poiché fanno tutto rigorosamente in coppia: combattono, soffrono e prendono ogni decisione insieme. Ma soprattutto, ognuna di loro darebbe immediatamente la vita pur di proteggere l’altra e lo ribadiscono continuamente senza porsi alcun problema a manifestare i reciproci sentimenti. Il loro rapporto punta ormai in modo inequivocabile verso l’esplicito (basta anche leggere il testo della canzone che cantano durante i combattimenti per rendersene conto) e, anche se non credo che succederà mai, se da qui alla fine arrivassero a baciarsi penso che nessuno ne rimarrebbe sorpreso. E a questo punto pazienza se non si muove nulla sul fronte Tsubasa/Chris/Maria, anzi personalmente ritengo che avendo già due coppie di questo livello, pressoché canon, introdurre ulteriori elementi yuri tra altri personaggi equivarrebbe forse a calcare un po’ troppo la mano. Va benissimo così dunque.

    Non Non Biyori Repeat


    In perfetta coerenza con il suo titolo, Non Non Biyori Repeat sta ricalcando in modo pressoché fedele le orme della passata stagione, senza apportare alcuna variazione, nemmeno nel più piccolo dei suoi elementi, una scelta che, in tutta onestà, non so ancora dirvi se potrà essere redditizia o meno. Formula che vince non si cambia è infatti una regola che non sempre può essere applicata agli anime: più e più volte nel corso dei miei editoriali ho ribadito come sia importante per uno slice of life la capacità di rinnovarsi nel corso del tempo e di riuscire a trovare sempre dei nuovi spunti per tenere alta l’attenzione dello spettatore. Gli autori di Non Non Biyori invece, forti probabilmente del successo economico della prima stagione, hanno optato per una strada totalmente conservativa che, almeno per quanto mi riguarda, inizia a mostrare i primi scricchiolii. Vi confesso infatti che in un paio di episodi, e per la prima volta da quando seguo quest’anime, ho iniziato ad annoiarmi un pochino e questa cosa, per quanto ancora sporadica, è indubbiamente un primo campanello d’allarme.

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    Voto agli episodi 4-8: SEI E MEZZO. Immergersi nelle atmosfere rilassate di Non Biyori è un po’ come fare una passeggiata all’aria aperta la domenica dopo una dura settimana di lavoro. Un gradevole diversivo che aiuta a rasserenare l’animo e a staccare la mente dalle mille preoccupazioni di ogni giorno. Tuttavia se si vuole che continui ad essere un piacere non si può percorrere sempre e solo lo stesso sentiero, altrimenti alla lunga finirebbe per stancare. La stessa cosa vale per quest’anime, sempre indubbiamente piacevole da seguire, grazie ad alcuni spunti geniali e alle sue protagoniste deliziose, ma che allo stesso tempo deve riuscire a dimostrare da qui alla fine di non aver ormai detto tutto quello che aveva da dire. Non sono grado di prevedere se Non Non Biyori Repeat sarà in grado replicare il miracolo delle oltre diecimila copie vendute dalla prima serie. Forse sì, forse no, ma se nella mente degli autori ci dovesse essere una terza stagione allora penso che farebbero meglio a pianificare fin da ora qualche rinnovamento. In caso contrario penso che si possa tranquillamente concludere qui finché c’è ancora ampio margine per poterlo fare in bellezza. Ci sono stati infatti due episodi, probabilmente tra i migliori a cavallo di entrambe le stagioni, che sono la lampante dimostrazione di cosa può regalare quest’anime nel momento in cui riesce a conservare tutto il suo smalto: il quarto, con la divertentissima gag del travestimento di Renge (e il conseguente spavento di Komari) + il commovente spezzone del girino nell’acquario e l’ottavo con il flashback di tutte bambine nella scuola. Tutti momenti memorabili , per motivi diversi, ai quali aggiungerei anche la “maledizione dell’acqua” di Komari, ma che tuttavia si sono alternati con altri spezzoni (talvolta anche piuttosto lunghi) decisamente più scialbi. Nello scorcio conclusivo di stagione sarà pertanto fondamentale che riescano a ridurre al minimo questi ultimi.

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    Componente yuri: Nulla di nuovo da segnalare su questo fronte, con la cotta di Hotaru per Komari sempre ben presente e con essa le immancabili bambole che raffigurano la sua adorata senpai (la quale non realizza i sentimenti della sua giovane amica nemmeno nel momento in cui scopre della loro esistenza). Tuttavia anche qui vale un po’ il discorso fatto in precedenza: bello e divertente finché si vuole ma mi sarebbe piaciuto che tirassero fuori qualche nuova trovata per rinfocolare un po’ l’ossessione di Hotaru nei confronti della sua amata.

    Fate/kaleid liner Prisma☆Illya 2wei Herz!


    Penso che ormai sia palese che la Silver Link per contratto debba fare l’adattamento animato di tutti i capitoli del manga, e con questo non si intendono solo gli archi narrativi filler ma anche qualsiasi omake, extra o capitolo speciale. Sappiamo tutti benissimo in cosa consistono per la maggior parte questi ultimi, ovvero episodi a sé stanti, slegati interamente o quasi dalla storia principale con tonnellate di gag, fanservice e personaggi quasi sempre “al di fuori” del loro ruolo abituale. E così ecco che metà stagione di Fate/kaleid liner Prisma☆Illya 2wei Herz! se ne è andata via in questo modo, proponendoci un filler dietro l’altro e una serie di episodi che di fatto non hanno fatto avanzare di mezzo centimetro la trama. Personalmente sto ancora aspettando di vedere il vero Fate/kaleid liner Prisma☆Illya, ovvero un onesto mahou shoujo in grado di regalare dei buoni momenti di azione e dei combattimenti avvincenti, con una storia che include una certa dose di sentimento e, all’occasione, anche qualche risvolto drammatico.

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    Voto agli episodi 1-5: S.V. Non me la sento di dare un giudizio su un’opera che di fatto non è ancora iniziata realmente. Non ho seguito il manga fino a questo punto e pertanto non so dirvi se abbiamo terminato con i filler oppure se si andrà avanti così da qui alla fine e per tornare a rivedere la trama principale di Fate/kaleid liner Prisma☆Illya dovremo quindi attendere una nuova stagione (che a questo punto presumo si farà sicuramente). Le pause narrative in genere sono quasi sempre piacevoli da seguire, purché costituiscano un semplice intermezzo con lo scopo di dare un po’ di respiro alla storia, e da sfruttare magari per approfondire un po’ i rapporti tra i vari personaggi. Ma realizzare un’intera stagione filler all’interno di una saga così breve a mio avviso sarebbe follia pura.

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    Componente yuri: Pensatela come vi pare ma io firmo tutta la vita per avere un altro bacio come quello tra Illya e Kuro nel primo episodio, anche a costo di vedere incluso tutto il resto, sia esso brocon, pseudo-harem e perfino un escursione nel mondo dello yaoi . Sì perché possono pure includere tutto il fanservice che vogliono ma alla fine le cose davvero concrete sono soltanto due: Kuro e Illya che slinguazzano furiosamente e l’inequivocabile sentimento di Miyu nei confronti di Illya. Tutto il resto è fuffa. E visto che solitamente succede l’esatto contrario, ovvero che si concretizza di tutto mentre noi yuristi ce ne restiamo lì con il nostro bel teasing in mano, per una volta che “vinciamo” eviterei di lamentarci e di guardare troppo per il sottile. Ah, e se volete assistere ad un’altra scena ancora più spinta tra Illya e Kuro (con parziale inclusione di Miyu) allora vi suggerisco di guardare l’OAV uscito in allegato con l’ultimo DVD della scorsa serie, che da qualche giorno si trova in giro subbato: non ve ne pentirete!

    Gakkou Gurashi!


    Gakkou Gurashi! è sicuramente uno dei fenomeni mediatici di questa stagione estiva. I consensi che sta raccogliendo sono tantissimi e, a mio parere, tutti meritati. Spesso e volentieri abbiamo visto che la fusione tra generi molto distanti tra loro ha ricevuto un’accoglienza piuttosto tiepida da parte dei fan (vedasi l’esempio di Sabagebu). Tuttavia Gakkou Hurashi! sembra avere colto nel segno. Probabilmente la chiave del suo successo è stata la capacità di creare un’atmosfera dai toni decisamente cupi e drammatici e una storia che anche nei suoi momenti più rilassati rimane permeata da un alone di terrore e di totale disperazione per la situazione nella quale vivono le protagoniste. Vi confesso che prima che cominciasse ero convinto che avremmo assistito ad un classico slice of life all’interno del quale la componente moe avrebbe comunque prevalso e nel quale ci sarebbero state delle semplici parentesi horror all’acqua di rose. In realtà è invece l’esatto contrario poiché le quotidiane attività delle protagoniste altro non sono se non una scappatoia dalla crudele realtà, un disperato tentativo di trovare un angolo di pace e serenità, rifugiandosi in una pietosa illusione che trova nella figura di Yuki il suo catalizzatore, l’ancora di salvezza a cui si aggrappano le altre protagoniste per trovare gli stimoli necessari a continuare a lottare. Le risate in Gakkou Gurashi! sono purtroppo amare e anche i momenti più dolci e divertenti non mancano mai di trasmettere allo spettatore una sensazione di angoscia, che filtra costantemente attraverso gli sguardi malinconici e i sorrisi forzati delle protagoniste. E’ una sorta di “disturbo di sottofondo” dal quale non è mai possibile liberarsi, che trova poi immancabilmente un tragico riscontro nei vari flashback, impietosi, crudi, terribili. E i drammatici tentativi delle protagoniste di provare quantomeno a fingere di avere una vita normale alimentando nei modi più ingegnosi le illusioni di Yuki non fanno altro che amplificare ulteriormente tale senso di angoscia.

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    Voto agli episodi 4-8: OTTO e MEZZO. Una cosa che mi ha colpito particolarmente di Gakkou Gurashi! è il modo in cui gli autori hanno curato tutto nei minimi dettagli. E non mi riferisco solo alle tantissime citazioni di altre opere horror che è stato possibile ritrovare sparse qua e là a titolo di omaggio, ma anche all’abilità con cui sono stati gestiti in modo pressoché impeccabile alcuni elementi dell’anime, su tutti la figura di Megu-nee. Quest’ultima è sicuramente una delle trovate migliori di Gakkou Gurashi! e la sua vicenda ricopre un ruolo fondamentale per l’economia della storia. Ecco perché era importante che in fase di adattamento dal manga venisse gestita senza commettere errori e così è stato. E parlando di adattamento, anche le variazioni che sono state apportate rispetto alla versione cartacea sono state tutte azzeccate. In particolare trovo indovinata la scelta di spostare l’ordine dei capitoli dando vita così ad una narrazione per flashback e non più lineare come avviene invece nell’opera originale, una tecnica che a mio modo di vedere si adatta meglio a uno show televisivo. Ciliegina sulla torta infine sono le continue modifiche che vengono apportate alle sigle, in particolare la ending, man mano che vengono rivelati i vari dettagli della storia: un’ulteriore finezza che dimostra la grande cura con cui stanno lavorando e le attenzioni che stanno dedicando a quest’anime.

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    Componente yuri: non c’è tantissimo da segnalare sotto questo punto di vista: ho la sensazione che tutto lo yuri che Gakkou Gurashi! poteva offrire sia stato concentrato in un singolo episodio, ovvero quello in cui è stata mostrata la vicenda personale di Miki e il rapporto con la sua amica del cuore Kei. Davvero molto toccante, per non parlare poi della special ending nella quale sono stati riproposti in bianco e nero tutti i loro momenti insieme, un po’ come se fosse un mini-film all’interno dell’anime. Tutto molto bello ma a mio avviso non sufficiente per considerare l’inserimento di Gakkou Gurashi! in una categoria diversa da quella degli anime a cast prevalentemente femminile.

    Sore ga Seiyuu!


    Dura la vita per le aspiranti seiyuu di Sore ga Seiyuu! che a fatica, e tra mille cocenti delusioni, proseguono lentamente la loro scalata al successo, nel tentativo di ritagliarsi un ruolo di rilievo in quel mondo così esigente e selettivo. Sapete benissimo che di solito non mi piace fare paragoni tra anime, specialmente nel caso in cui non appartengano nemmeno allo stesso studio di animazione. Tuttavia per poter illustrare il mio pensiero non posso evitare di fare una raffronto con Shirobako, altra opera che prima di questa ci aveva portato a fare un giro dietro le quinte del mondo dell’animazione. So benissimo che è un confronto impari, anche perché un anime, e soprattutto una protagonista, del livello di Shirobako non si trovano tutti i giorni. Ho nominato la protagonista proprio perché è lì a mio parere la differenza più importante tra le due opere. Se da una parte infatti avevamo Aoi, grintosa e vincente per natura, capace di superare qualsiasi difficoltà con la sua determinazione e di affrontare a viso aperto tutte le sue incertezze, da questo lato abbiamo Futaba, timida e impacciata, sempre bisognosa di una spinta per tirare fuori le sue qualità e vincere così la sua naturale insicurezza, insomma, per farla breve la classica protagonista della maggior parte degli anime, sfigata e incapace, ma che poco alla volta, e grazie all’impegno e alla forza di volontà, arriva a raggiungere i propri obbiettivi. Ecco, personalmente ho apprezzato molto di più un approccio originale ed insolito come quello di Shirobako che non quello più tradizionale di Sore ga Seiyuu! nel quale la protagonista principale è il personaggio più anonimo di tutto l’anime, visto che Futaba perde nettamente il confronto, sotto ogni aspetto, sia con Rin che con Ichigo.

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    Voto agli episodi 4-8: SEI e MEZZO. Sore ga Seiyuu! svolge egregiamente il suo compito di raccontare la vita e la carriera di coloro che prestano la voce ai protagonisti degli anime (e non solo), dandone non solo uno spaccato decisamente realistico, ma mostrando anche alcuni retroscena parecchio divertenti. Tuttavia a mio avviso le protagoniste hanno poco mordente, sono un po’ troppo bidimensionali e la loro crescita nel corso della storia avviene troppo lentamente. Una menzione a parte la meritano ovviamente le seiyuu di quest’anime, che stanno facendo davvero un lavoro eccezionale nell’interpretare delle loro colleghe più giovani e inesperte, simulandone così le difficoltà e variando continuamente la recitazione a seconda delle diverse situazioni. Ho sempre pensato che per un attore non deve essere semplice recitare male apposta, o ancora peggio, come in questo caso, recitare talvolta bene e talvolta male.

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    Componente yuri: come già detto nella scorsa edizione non c’è veramente nulla da segnalare sotto il profilo dello yuri in Sore ga Seiyuu!. Dal punto di vista dei rapporti personali l’anime si focalizza interamente sul rapporto di amicizia che si instaura fra Futaba, Ichigo e Rin, sempre pronte a incoraggiarsi e a farsi forza a vicenda. E molto spesso è proprio grazie a questa amicizia se le tre protagoniste riescono a trovare gli stimoli necessari per superare le numerose difficoltà che si ritrovano ad affrontare di volta in volta. Tuttavia non ci sono risvolti yuri di alcun genere. Sore ga Seiyuu! pertanto è destinato sicuramente ad essere inserito nella categoria degli anime a cast prevalentemente femminile

    Non ho nulla da aggiungere rispetto a quanto già detto nella scorsa edizione relativamente agli Shorts, con Wakaba*Girl che a fine stagione verrà inserito sotto la voce “Anime a cast prevalentemente femminile” (un sacco di new-entry per questa categoria!) e Bikini Warriors che invece se ne andrà giù allegramente per lo sciacquone. In compenso ho avuto modo di vedere un po’ di Film e OAV che avevo presentato nei mesi scorsi e che si sono finalmente resi disponibili. Andiamo quindi a vederli:

    Strike Witches: Operation Victory Arrow (ep. 3 di 3) – Voto 4. Il mio interesse nei confronti di questo OAV è durato meno di cinque minuti, giusto il tempo di veder entrare in scena un insulso moccioso che ricopre il ruolo di co-protagonista per l’intero episodio. Un personaggio maschio in Strike Witches? Stiamo scherzando? E’ ormai palese che questa mini-serie, oltre a non aggiungere nulla alla storia principale, sia stata pensata per un pubblico/target nettamente differente da quello abituale, con la rimozione pressoché completa dell’elemento yuri fanservice. Mi chiedo anche che senso possa avere un’operazione del genere all’interno di una saga che è ormai ampiamente consolidata da anni. L’unica nota positiva di questa serie di OAV altrimenti inutili è quella scritta “To be continued” alla fine, che mi auguro sia il preambolo all’annuncio di una nuova serie televisiva che riporti quest’anime ai suoi fasti originali.

    Tamayura: Sotsugyou Shashin Part 1 - Kizashi – Voto 7. Molto carino ma a mio parere non ancora all’altezza delle serie TV a livello di coinvolgimento emotivo, probabilmente per il fatto che è soltanto il primo dei quattro film che costituiranno l’arco narrativo finale di questo straordinario slice of life. E’ normale pertanto che siano partiti con una certa calma, ma state certi che più avanti le “bombe” emotive arriveranno eccome!

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    Psycho-Pass Movie – Voto 7,5 – C’è voluto un doppio ritorno, quello di Gen Urobuchi alla sceneggiatura e quello di Kougami nel ruolo di co-protagonista, per risollevare Psycho-Pass dal mezzo flop della seconda stagione, anche se i fasti della prima serie sono purtroppo ancora lontani. Certi danni fatti a livello di trama sono infatti ormai irreparabili e non potendo di fatto negare gli avvenimenti della seconda stagione si è scelto di ripiegare sapientemente su una side-story, ambientando il film in un paese straniero e relegando ai margini quasi tutto il cast principale della serie TV. Nonostante la narrazione sia al solito ottima, la sensazione generale è che questo film, per quanto avvincente, di fatto non sposti in alcun modo gli equilibri della saga, lasciando la storia principale esattamente dove l’avevamo lasciata al termine della seconda stagione. Eppure se nelle intenzioni degli autori c’è la volontà di portare avanti quest’anime prima o poi bisognerà comunque fare i conti con i pasticci combinati da Ubukata in fase di sceneggiatura. Ma la notizia davvero pessima è che in questo film non c’è nessun momento intimo per la nostra amatissima coppia lez Yayoi/Shion. Anzi, non so se fra tutte e due arrivino a mettere insieme 5 minuti complessivi di presenza.

    Si chiude dunque così anche il nostro editoriale di settembre, che conferma nei giudizi il trend ampiamente positivo di questo 2015 grazie ad un’ennesima stagione che non sta certo deludendo le aspettative. E come ben sapete se ci seguite con frequenza stiamo guardando ormai da tempo alla stagione autunnale con molto ottimismo e diversi anime già sulla nostra lista: dalle nuove serie di GochiUsa e Yuri Yuri all’inedito Valkyrie Drive Mermaid. E non saranno i soli! Per saperne di più dovrete aspettare però la prossima edizione della nostra rubrica nella quale, come da tradizione, presenteremo tutti i nuovi anime da tenere d’occhio. E dove ci congederemo anche da quelli attualmente in corso, sperando ovviamente che confermino tutto quanto di buono visto finora. E nel frattempo, se vi va, potete commentare tutto quello che avete letto in questo articolo nel nostro forum, all'interno dei singoli topic dedicati o, qualora non ci fossero, nel Topic Discussione Novità.

    Appuntamento a fine settembre dunque, e che lo yuri sia sempre con voi!

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17 replies since 23/12/2014, 14:10   5764 views
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