NOVITA' YURI 2014

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  1. Mamiina
     
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    Simoun Auriga

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    Amici lettori e amiche lettrici del Crystal Lily eccoci di nuovo insieme per il secondo appuntamento di luglio con la nostra rubrica dedicata alle Novità Yuri 2014. E se pochi giorni fa i nostri sguardi erano interamente proiettati verso l’estate e i nuovi anime in arrivo ora è invece arrivato il momento di fare un breve passo indietro e di andare a scoprire cosa ci ha lasciato in eredità il trimestre appena concluso.

    Chi si attendeva uno degli inizi di rubrica più incazzosi di sempre è destinato a rimanere deluso: se pensavate infatti che avrei aperto questo editoriale parlando dello scellerato finale di Akuma no Riddle vi sbagliate di grosso. Tranquilli, vi dico subito che non ho assolutamente cambiato idea su di esso né che è mia intenzione sorvolare sull'argomento, tuttavia ritengo che sia più corretto lasciare da parte per un attimo le cose negative e partire invece con le celebrazioni. Sì, avete letto bene, ho detto “celebrazioni” perché la stagione che si è appena conclusa ci ha dato ben più di una ragione per festeggiare.

    E penso anche che sia giusto e doveroso dedicare la nostra copertina iniziale a quello che si può definire un autentico miracolo del mondo dell’animazione, un miracolo che ha preso forma poco alla volta nel corso del tempo e che si è infine materializzato in questi ultimi giorni. Penso che tutti eravamo al corrente di quando fosse diffusa la Love Live Mania, tra indici di gradimento sempre altissimi, singoli della canzoni che vendevano più del pane e artisti e mangaka di nuova e vecchia generazione che si divertivano a pubblicare le loro personali rivisitazioni di Honoka & co.
    dalle pagine dei rispettivi social network. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che il primo DVD della seconda stagione di Love Live avrebbe raggiunto le centomila copie vendute piazzandosi in cima alla classifica degli anime più venduti di sempre davanti a capolavori quali Bakemonagatari, Puella Magi Madoka Magica, Evangelion e altre pietre miliari che hanno fatto la storia dell’animazione. Non solo ma il dato registrato straccia il precedente record (appartenente proprio a Bakemonogatari) di oltre 20 mila unità, un successo pazzesco, stratosferico sicuramente impossibile da immaginare anche per i fan più sfegatati. E se da un lato questa cosa può far sorridere i più accaniti cultori a cui sicuramente sembrerà assurdo che un anime semplice e apparentemente ingenuo come Love Live possa essere diventato di colpo il più grande successo nella storia dell’animazione d’altro lato posso affermare senza paura di sembrare blasfemo che un simile risultato per quanto totalmente inatteso non sia assolutamente scandaloso.

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    In un momento in cui l’industria dell’animazione attraversa una delle sue fasi più buie, proponendo ad ogni stagione quintali di spazzatura (tra serie anonime che sono una la fotocopia dell’altra e anime privi di contenuti significativi o incentrati per lo più su fanservice di ogni genere) era inevitabile che un’opera come Love Live, che ha fatto della genuinità e della purezza dei sentimenti la sua arma vincente venisse investita dai favori del pubblico. La forza di Love Live sta proprio nella sua apparente semplicità e nella naturalezza con cui riesce a coinvolgere lo spettatore sul piano emotivo rendendolo partecipe in prima persona delle sue vicende. Love Live non è un anime yuri in senso stretto, perché non parla di amore, tuttavia racconta comunque di un grande sentimento che unisce in modo indissolubile nove ragazze, un sentimento talmente vivido da valicare qualunque confine, e di fronte al quale non esistono ostacoli insormontabili. Le vibrazioni positive di quest’opera sono così forti da risultare quasi tangibili ed è praticamente impossibile guardare queste ragazze lottare ogni giorno per il coronamento del loro sogno senza appassionarsi, senza voler loro bene, senza arrivare a sentirsi quasi una di loro. Perché il segreto di Love Live è tutto qui: nel grande cuore delle U’s c’è un pezzettino di tutti noi. E se un anime vi obbliga a trascorrere i suoi ultimi quattro episodi perennemente con la pelle d’oca, travolgendovi con un turbinio di emozioni tale da portarvi a commuovervi praticamente ad ogni scena allora non ci sono scuse che tengano: indipendentemente dalla complessità della trama, dal soggetto, da quel che volete, significa che è comunque un grandissima opera, punto e basta! E il suo incredibile successo per quanto a prima vista possa apparire sproporzionato rimane, a mio parere qualcosa che si è pienamente meritato e che mi alzo idealmente in piedi ad applaudire. Honoka, Umi, Kotori, Hanayo, Rin, Maki, Nico, Nozomi, Eri… benvenute nella leggenda! Voto: 10

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    P.S. E la grande avventura di Love Live non finisce qui: alla fine dell’ultimo episodio è stato infatti annunciato il progetto di un film d’animazione!

    Non staremo certo parlando di un trionfo paragonabile a quello di Love Live S2, ma sta di fatto che nel suo piccolo anche Gochuumon wa Usagi Desu ka? ha fatto centro nel cuore dei fan risultando a pieno merito una delle opere più amate dell’intera stagione. Il genere degli slice of life al femminile si impreziosisce di un’ulteriore gemma, andando così ad inanellare l’ennesimo successo della sua lunghissima tradizione, alla faccia di tutti gli haters che ad ogni stagione provano inutilmente a tesserne il necrologio. “Un genere ripetitivo, che propone sempre le stesse cose, dove i personaggi sono sempre i soliti, eccetera eccetera eccetera”. Peccato che l’unica cosa ripetitiva qui siano proprio queste accuse che ogni volta vengono immancabilmente smentite dai fatti. A zittire qualunque possibile critica ci hanno pensato questa volta Cocoa & co. che con la loro irresistibile simpatia hanno dato vita ad un’opera originale e brillante, in grado di divertire terribilmente lo spettatore travolgendolo allo stesso tempo con dosi smisurate di dolcezza. E proprio questo mix inimitabile di pucciosità e follia, sapientemente “insaporito” da un pizzico di innocente malizia, è stata la chiave del successo di GochiUsa: un’opera di cui è stato impossibile non innamorarsi fin dalle prime battute e che ha toccato il suo apice con l’ultimo meraviglioso episodio, culminato in un’autentica esplosione di sentimenti e di allegria.

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    Per quanto riguarda la componente yuri vale quanto già detto nelle precedenti edizioni della rubrica, ma con una puntualizzazione: Gochuumon wa Usagi Desu ka? è la dimostrazione di come non solo gli anime subtext, ma anche gli anime yureggianti spesso e volentieri riescano ad essere molto più yuri dei cosiddetti anime yuri espliciti e ad incarnare la filosofia del genere di gran lunga meglio di quanto spesso non facciano questi ultimi. Voto: 8,5

    A rendere ancora più ricca la stagione per gli appassionati dello yuri è poi arrivato, abbastanza inatteso, anche Soul Eater NOT. Nato come una semplice side story in versione “light” del più famoso Soul Eater (e per questo inizialmente accolto con una certa diffidenza da gran parte del pubblico) quest’anime si è saputo accattivare poco alla volta la simpatia dei fan grazie ad una trama simpatica ed avvincente. Chi temeva che Soul Eater NOT si sarebbe limitato a rappresentarne una versione “Moe + Slice of Life” dell’opera originale si è dovuto largamente ricredere: pur non presentando le stesse atmosfere di un tipico shounen quale è Soul Eater quest’anime, specialmente nella sua fase finale, ha infatti saputo proporre la sua bella dose di azione e combattimenti senza mai però snaturare la sua indole, riuscendo così in un sol colpo a far avvicinare alla saga nuovi appassionati accontentandone allo stesso tempo i fan storici. Punto fermo dell’anime è stato il triangolo pseudo-sentimentale che ha viste coinvolte Tsugumi e le sue due aspiranti meisters, ovvero Ania e Meme le quali, nonostante qualche piccola gelosia, si sono spartite in modo pressoché equo il cuore della protagonista nel corso dell’intera vicenda. Nonostante la questione della tormentata “scelta” di Tsugumi sia stata in pratica l’elemento centrale attorno a cui è stata sviluppata la trama, l’elemento yuri non è mai stato affrontato in modo totalmente serio e i momenti più rilevanti in Soul Eater NOT sono stati sviluppati soprattutto in chiave fanservice: dai sogni “erotici” di Jacqueline nei confronti di Kim, agli assalti notturni di Meme a Tsugumi durante le sue crisi di sonnambulismo, per arrivare al “finto” bacio finale tra queste ultime.

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    Soul Eater NOT è sicuramente un anime che se non avesse scelto volutamente di “confondere” le acque inserendo un trio di protagoniste al posto di una coppia avrebbe potuto tranquillamente ambire alla prima categoria. Lo yuri infatti è talmente evidente che non ci si può certo limitare a definirlo un’opera yureggiante, e men che meno lo si può considerare un elemento secondario. Tuttavia è mancata sicuramente la volontà da parte degli autori di dar vita a delle relazioni che fossero chiare e inequivocabili preferendo lasciare tutto un po’ sul vago. Ecco perché dopo una lunga consultazione abbiamo optato per l’inserimento di Soul Eater NOT nella stessa categoria alla quale appartengono anime come Upotte! o Strike Witches, la cui tipologia (e anche la varietà) di yuri proposto sono molto simili a quelle contenute in quest’anime. E scusate se è poco! Voto: 7,5


    E dopo tutto questo incensare è venuto infine il momento di portare al pettine il grande nodo della stagione primaverile, ovvero Akuma no Riddle. La domanda sorge ovviamente spontanea e l’ho approfondita a lungo nel topic dedicato: “Perché???” Per quale assurda, incomprensibile e astrusa ragione sono stati gettati al vento tre mesi di faticoso lavoro con i dieci minuti finali più stupidi della storia degli anime? Per quale folle, delirante e sconsiderato motivo un’opera che aveva dimostrato di potersi ritagliare comunque uno spazio importante grazie ad una personalità forte e ben definita è stata improvvisamente declassata con un finale degno di un anime per bambini, lasciando lo spettatore con la sensazione di essere stato preso per i fondelli per dodici episodi? Evito volutamente di ripetere tutto quello che ho già detto nei giorni immediatamente successivi all’uscita dell’ultimo episodio altrimenti servirebbe un’edizione a sé della rubrica. Se volete approfondire con calma la questione lo potete fare leggendo qui e qui, ma in questa sede mi limiterò a riassumere in poche frasi le possibili cause che hanno portato a questo: semplice mancanza di talento abbinata a una buona dose di dilettantismo e menefreghismo? Incapacità di osare o anche solo di mantenere coerenza e un minimo di contatto con la realtà? Oppure è davvero quello che il fandom (o quantomeno la sua maggioranza) vuole? Se questo fosse il caso allora, lasciatemelo dire, siamo messi davvero male!

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    Il pubblico è da sempre diviso in due correnti di pensiero separate: c’è chi ritiene che il finale sia in assoluto l’elemento più importante di una storia, quello che ne determina in modo decisivo il giudizio e chi invece sostiene che “il bello di un viaggio non sia la meta ma il percorso fatto per raggiungerlo”. Sicuramente il giudizio complessivo nei confronti di Akuma No Riddle per ciascuno di noi è destinato a variare a seconda della maggior vicinanza a una o all’altra filosofia. Prima degli ultimi dieci minuti finali è innegabile che come anime si era fatto ben valere. Nonostante alcuni evidenti difetti strutturali (in primis il poco tempo a disposizione per approfondire l’aspetto psicologico dei tanti personaggi e costruire le scene con il giusto ritmo), nonchè alcune scelte di trama poco convincenti (ad esempio la vera natura di Hanabusa) Akuma no Riddle era riuscito nel suo compito di intrattenere il pubblico con una storia ricca di suspense e colpi di scena riuscendo a mantenere sempre viva la curiosità dello spettatore. Non sarebbe certo entrato nella classifica degli anime più belli di sempre, ma un 7 di valutazione per quanto mostrato fino all’ultima metà dell’episodio finale sicuramente se lo sarebbe meritato, voto che poi sarebbe stato inevitabilmente destinato a lievitare grazie alla presenza dell’elemento yuri ad impreziosire il tutto. Sfortunatamente però io appartengo alla prima categoria di pensiero, e sostengo da sempre che il compito del finale è quello di portare a frutto tutto ciò che poco alla volta è stato pazientemente costruito nella narrazione, coronandola nel miglior modo possibile. E in questo aspetto fondamentale Akuma no Riddle ha miseramente fallito.
    7 al viaggio, 0 a ciò che abbiamo trovato alla meta, scegliete voi da che parte stare!

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    Esula ovviamente da tutto ciò e quindi rimane innegabile il valore di Akuma no Riddle dal punto di vista dello yuri sebbene anche qui con qualche piccola riserva. La sensazione infatti è che nel complesso non sia stato sfruttato fino in fondo l’enorme potenziale del rapporto tra Haru e Tokaku. Rispetto ad altri anime che hanno fatto la storia del genere sono mancate infatti le grandi dichiarazioni, i momenti da batticuore, insomma,per farla breve è mancato un vero e proprio acuto, la grande scena in grado di rimanere impressa per sempre nella memoria dei fan e il loro rapporto è filato via senza grandi sussulti. Sono state indubbiamente una buona coppia ma nella mia graduatoria personale sicuramente le piazzo un gradino sotto rispetto a tante altre coppie come KyouSaya o Nanofate (solo per fare due nomi a caso) proprio perché non sono riuscite ad emozionarmi quanto loro lasciandomi alla fine con la sensazione di aver assistito a un qualcosa di “incompiuto”. E’ indubbio che il ritmo serrato della storia non ha contribuito in modo favorevole allo sviluppo del loro rapporto (e ancora peggio è andata a mio parere a Kirigaya e Namatame la cui vicenda personale avrebbe potuto addirittura assumere dei toni epici con un po’ più di tempo a disposizione) ma sarebbe sbagliato attribuire tutta la colpa alla semplice mancanza di tempo. Madoka e Homura hanno insegnato che sono sufficienti cinque minuti per scrivere la storia e pur con tutte le limitazioni del caso le occasioni per Haru e Tokaku non sono certamente mancate soprattutto nel corso dell’episodio finale.

    Polveri bagnate nel finale di stagione anche per Inugami-san to Nekoyama-san: non c’è stato purtroppo il tanto agognato ritorno agli splendori dei primi episodi e nonostante lo yuri non sia certamente mancato la seconda metà di serie è purtroppo scivolata via in una successione di puntate piuttosto scialbe. Francamente rimane abbastanza inspiegabile il motivo per cui un anime partito senza alcun timore reverenziale sia stato “disinnescato” a questo modo passando improvvisamente da opera sfrontatamente yuri a una commedia leggera dai toni yuri. Imposizioni del network televisivo che voleva un’opera meno spinta o semplice decisione interna alla casa produttrice per questioni di marketing? Come per il finale di Akuma no Riddle probabilmente la verità non la sapremo mai.
    Voto 6 ma con tanti rimpianti.

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    Completano il quadro di una primavera davvero intensissima dal punto di vista dello yuri Blade and Soul che alla fine stacca comunque un biglietto per la categoria “Anime a Cast Prevalentemente Femminile” (ma che lesbicona che è Yuu-Ran!) e Inari, KonKon, Koi Iroha inserita nella categoria degli "Anime a Componente Yuri Secondaria" (ringrazio per quest’ultimo l’utente Sylmira per la segnalazione).

    Si chiude così il sipario su una delle stagioni più movimentate e appassionanti degli ultimi anni. Certo, i fasti del biennio 2005-2006 restano distanti anni luce (e personalmente resto convinto che saremo destinati a non rivederli mai più), tuttavia era da tempo immemore che non mi divertivo così tanto. Nonostante la trollata del finale di Akuma no Riddle (penso che non esista altro termine per definirlo) e il rimpianto per il grande potenziale di Inugami-san to Nekoyama-sam sfruttato solo in parte lo yuri e più in generale gli anime improntati al femminile si stanno ritagliando uno spazio sempre più importante dimostrando di incontrare quasi sempre i favori del grande pubblico. Una tendenza quest’ultima che, semplicemente osservando le line-up delle future stagioni, sembra essere destinata a proseguire a lungo e a regalarci di conseguenza ancora tante soddisfazioni. A partire (si spera) già dalla stagione estiva che sta prendendo il via proprio in questi giorni e che, come sappiamo, ha un discreto numero di frecce al suo arco.

    Vi aspetto dunque tutti qui a fine mese per parlarne insieme con l’immancabile passione che ci contraddistingue e nel frattempo rinnovo a tutti gli auguri per un’estate fantastica e, ovviamente, all’insegna dello yuri!

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    Edited by Mamiina - 6/9/2017, 23:55
     
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