NOVITA' YURI 2015

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    Simoun Auriga

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    Cari amici e care amiche del Crystal Lily benvenuti all’edizione di novembre della nostra rubrica dedicata alle Novità Yuri 2015, la prima di questo trimestre autunnale che si era preannunciato più ricco ed intenso che mai e che, come vedremo tra poco, sta rispettando ampiamente le attese. Le opere che avevamo messo sotto la nostra lente di ingrandimento, alcune anche il largo anticipo sull’inizio della stagione, erano infatti parecchie, e su molte di esse nutrivamo grandi aspettative. Vediamo dunque quante di esse sono state mantenute e, soprattutto, in quale misura.

    Bilancio anime in corso


    Yuru Yuri San☆Hai!


    Questo Yuru Yuri versione 2.0 non solo sembra avere convinto un po’ tutti ma addirittura, leggendo un po’ di commenti e valutazioni sparsi qua e là, sembra addirittura piacere di più rispetto alle due prime stagioni, un risultato che forse nemmeno la TYO Animations stessa avrebbe potuto mettere in preventivo nel momento in cui gli venne affidato il compito di dare vita a questa terza stagione, rimpiazzando così la Doga Kougo che lo aveva portato al successo. Ha sicuramente pagato la scelta del nuovo staff di rimodellare Yuru Yuri, modificandone leggermente i connotati pur mantenendo invariati i suoi elementi di base più caratteristici. Il nuovo regista, Hiroyuki Hata, ha giustamente scelto di prendere le distanze dal lavoro del suo predecessore e di non riproporre alcuni dei suoi classici tormentoni, come ad esempio la presentazione iniziale di ogni episodio che vedeva protagonista Akari, e andando poi a ritoccare il clima generale dell’opera, che ora si presenta con dei ritmi decisamente meno forsennati ma allo stesso tempo con dei toni molto più dolci e per certi aspetti anche leggermente più maturi. Abbassando di qualche grado il livello di follia si è andati così a guadagnarci sul piano sentimentale, col risultato che abbiamo assistito ad una vera e propria evoluzione dei personaggi, i quali hanno acquisito una dimensione più profonda, caso abbastanza unico per uno slice of life che, al di là di tutto, pone sempre e comunque le sue basi sull’elemento comico e dove solitamente i personaggi tendono a rimanere completamente immutati. Ovvio che non stiamo parlando di una crescita interiore a livello di un Marimite, ma nemmeno sarebbe lecito attendersela da un anime come Yuru yuri che è, e giustamente rimane, un’opera leggera e divertente, sviluppata per lo più su un susseguirsi ininterrotto di gag.

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    Voto agli episodi 1-4: NOVE. Rilevare un anime di successo come Yuru Yuri, privandolo di alcuni dei suoi elementi più caratteristici e riadattandolo con una nuova visione, col risultato di mantenere invariata la sua anima e allo stesso tempo arrivando perfino a migliorarlo è un’impresa su cui io per primo avevo avuto seri dubbi. Tanto di cappello dunque agli autori per essere riusciti nel loro intento, ridando così anche nuova linfa vitale ad un’opera che si riteneva avesse dato tutto ciò che aveva da dare nelle sue prime due stagioni. E in effetti, se poi ci pensiamo, era forse l’unica strada percorribile per evitare quel certo logorio di cui possono risentire talvolta alcune opere, specie quelle che, non potendo contare su una trama di fondo, rischiano di diventare poi alla lunga ripetitive. Ho sempre detto che la chiave del successo di uno slice of life, soprattutto sul lungo periodo, è la capacità di reinventarsi, così da proporre sempre delle cose nuove allo spettatore, e mai come in questo caso tale principio è stato messo in pratica.

    Dal punto di vista dello yuri vale un po’ lo stesso discorso fatto fin qui, e la cosa è inevitabile poiché di fatto la componente yuri è un elemento intrinseco dell’anime, anzi, di fatto è la base su cui poggia l’intera opera. Anche nel suo caso dunque il termine più adatto per descrivere il lavoro fin qui fatto è proprio “evoluzione”, con diversi aspetti che sono stati rivisti e fatti progredire. La novità più grossa riguarda sicuramente Kyouko e Ayano, alle quali è stata concessa la prima vera scena di natura sentimentale, un momento che i fan di questo pairing hanno atteso con impazienza per anni. Le due, pur continuando a dichiararsi ufficialmente rivali, hanno inoltre ammorbidito parecchio il loro rapporto, in particolare per il fatto che Ayano sembra aver accettato di mettere in mostra i suoi sentimenti nei confronti della bionda compagna di classe, presentandosi inoltre molto meno isterica e intrattabile rispetto al passato. Un’altra novità importante è stata l’inserimento a tempo pieno nel cast della sorella di Chinatsu, Tomoko, alla quale è stata finalmente concessa un po’ di visibilità, scelta che mi ha reso immensamente felice in quanto trovo che sia un personaggio adorabile e meritevole di trovare spazio. Himawari e Sakurako pur continuando a punzecchiarsi e a bisticciare ininterrottamente sono ormai da tempo immemore coppia fissa, e se questo elemento era già stato introdotto nella seconda stagione in Yuru Yuru San Hai! l’affetto reciproco che lega le due ragazze è stato messo ancora più in evidenza, specificando in modo esplicito che è certamente più profondo di quanto loro stesse vogliano far apparire.

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    Rimane sostanzialmente immutata l’ossessiva passione nei confronti di Yui da parte di Chinatsu (anche se quest’ultima rispetto al passato pare essere un po’ meno psicopatica ed aggressiva, seppure di poco) e la figura di Akane, che si conferma la regina indiscussa del siscon. Resta inspiegabile invece l’involuzione avuta nel tempo da parte di Kyouko, che partita come una vera e propria yuri pervert nella prima stagione, tanto da fregiarsi del titolo di personaggio yuri dell’anno nell’ edizione 2011 dei Crystal Lily Awards, si è andata via via spegnendo già a partire dalla seconda serie limitandosi a qualche breve sprazzo qua e là ma senza mai più dare vita a certe esternazioni così esplicite. Un trend che purtroppo non è stato invertito nemmeno in questo nuovo corso di Yuru Yuri. Ma il vero neo di questa nuova stagione sembra essere, almeno per il momento, la totale assenza delle fantasie erotiche di Chitose anche se va detto che si tratta di una perdita che, per quanto indubbiamente dolorosa, ci può tutto sommato stare di fronte a questo nuovo approccio più maturo. E in ogni caso, considerando che mancano ancora otto episodi, anche per loro non penso affatto che sia già stata detta l’ultima parola.

    Gochuumon wa Usagi Desu ka??


    Semplicemente strepitoso. Nel caso di Gochuumon wa Usagi Desu ka?? vale l’esatto contrario di quanto detto per Yuru Yuri, ovvero che la scelta ideale era quella di lasciare tutto immutato e di non apportare alcuna modifica ad una formula che si era rivelata già vincente nella prima stagione, e così è stato fatto. E prima che possiate pensare che mi stia contraddicendo o che mi piaccia cambiare opinione a seconda delle necessità mi spiego meglio: la ricetta di GochiUsa consiste in una miscela inimitabile di umorismo, dolcezza e comicità abbinate ad una sottile patina di fanservice che invece di stonare, come dovrebbe essere naturale in un’opera di questo tipo, gli conferisce quel tocco di malizia necessario ad evitare di risultare esageratamente mielosa. Il tutto però senza scadere mai nella volgarità, o anche dare soltanto l’impressione di essersi spinti un po’ troppo sopra le righe, di modo da mantenere così intatta la sua innocenza di base. Completano poi questo quadro perfetto i dialoghi, assolutamente geniali, e le gag a sfondo surreale, autentico marchio di fabbrica di quest’anime.

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    Il risultato è dunque un’opera talmente originale da essere in grado, di fatto, di rinnovarsi da sola ad ogni episodio, grazie alla sua capacità di essere una fonte inesauribile di spunti e di idee a cui gli autori possono attingere continuamente a piene mani. Mettere mano a questa formula andando a spostare gli equilibri sarebbe un vero azzardo e le probabilità di fare dei danni sarebbero infinitamente più alte dei benefici che si andrebbero ad apportare.

    Voto agli episodi 1-4: NOVE. Avere Yuru Yuri e GochiUsa nella stessa stagione è davvero tanta roba… chissà quando mai ci ricapiterà una simile abbondanza! Due tra i migliori esponenti della categoria slice of life, entrambi amatissimi dal pubblico e plurivincitori di awards, ma anche due modi diversi di concepire e vivere questo genere che da sempre ci regala tantissime soddisfazioni.

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    Nel lotto delle opere proposte da questo incredibile trimestre autunnale GochiUsa è sicuramente quella che offre meno spunti sotto il piano dello yuri. L’elemento di spicco rimane come sempre Shiaro, per via della sua malcelata cotta nei confronti di Rize. Tuttavia se siete tra coloro che speravano di vedere la nostra eroina un po’ più aggressiva in questa seconda stagione allora siete capitati male: la biondina si conferma infatti parecchio timida e impacciata e di conseguenza fatica ad esternare i suoi sentimenti nei confronti della sua amata senpai, per quanto questi ultimi non rappresentino certo un segreto per le altre protagoniste. Anzi, spesso e volentieri è proprio su di essi che Cocoa e le altre fanno leva quando si tratta di ottenere qualcosa da Shiaro, o anche soltanto per smuoverla. La sua insicurezza non le impedisce tuttavia di vivere comunque qualche divertente siparietto a sfondo sentimentale in compagnia di Rize. Tutto il resto dell’anime sono solo goggles, più o meno marcate, e vari pairing da “creare” a seconda delle proprie preferenze. Personalmente, e senza basarmi su nulla di concreto che non siano semplicemente i miei gusti, mi piace in modo particolare shippare Cocoa x Chiya.

    Valkyrie Drive: Mermaid


    Ci tengo a precisare fin da subito che il mio giudizio su Valkyrie Drive: Mermaid non è minimamente influenzato né da quanto accaduto nel famigerato quarto episodio, di cui parlerò in modo dettagliato più tardi, né dal fanservice che, per quanto pesante, eccessivo e talvolta sgradevole, era stato ampiamente messo in conto. Certo, confesso che non mi aspettavo che gli autori arrivassero ad alzare l’asticella dell’ecchi fino a fargli rasentare molto da vicino l’hentai (e secondo alcune correnti di pensiero Valkyrie Drive: Mermaid può già essere considerata un’opera soft hentai) ma ormai ho imparato che dobbiamo attenderci di tutto quando andiamo ad affrontare un anime di questo genere, per cui accetto di buon grado la cosa. Il problema a mio modo di vedere è che Valkyrie Drive: Mermaid è un anime piuttosto scadente a prescindere, con una trama molto approssimativa messa in piedi “prendendo in prestito” elementi di altre opere, su tutte Soul Eater e Cross Ange, e infarcito poi di una valanga di scene a sfondo sessuale che sembrano essere il vero fine ultimo degli autori, quando invece dovrebbe essere il contrario, ovvero essere queste ultime a rivestire una funzione di supporto per le prime. Gli unici spunti degni di nota arrivano da alcuni personaggi che lasciano intravedere degli sviluppi potenzialmente interessanti (come ad esempio la splendida accoppiata LadyJ/Reyne) tuttavia, per un anime che sulla carta dovrebbe essere prima di tutto un action, è decisamente pochino.

    Voto agli episodi 1-4: CINQUE. E’ dai tempi ormai lontani di Queen’s Blade e Koihime Musou che aspetto di vedere un anime che affianchi l’elemento yuri fanservice ad una storia solida abbinata a dei personaggi ben caratterizzati. L’unico che in alcuni momenti ci era andato vicino, salvo poi deludere ogni volta le aspettative, era stato proprio il già citato Cross Ange. E se vi ricordate bene, di questi tempi , nonostante tutte le critiche feroci che gli rivolgevo, continuavo a sostenere che intravedevo in lui un potenziale di base che, se ben sfruttato, avrebbe potuto dare vita a delle buone cose, a dispetto dei suoi numerosi difetti. Qui invece almeno per adesso di potenziale non mi sembra di scorgerne molto e la mia sensazione è che, purtroppo, ci ritroviamo di fronte all’ennesimo prodotto la cui unica ambizione è quella di appagare lo spettatore per mezzo di un puro esercizio voyeuristico, che, per quanto estremo e a tratti coraggioso, rimane sempre e comunque fine a se stesso.

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    E veniamo alla questione yuri, che alla fin della fiera rimane indubbiamente il motivo principale per cui seguire quest'anime. Tralasciando per un istante la quantità incredibile di personaggi e scene di natura esplicitamente lez (che costituiscono praticamente l’80% dell’anime e già da soli sarebbero probabilmente in grado di saziare anche l’erotomane yurista più avido), penso che sia impossibile non partire dalla fine, ovvero da quel quarto episodio che ha mandato molti sulle furie a causa dell’improvvisa entrata in scena di un (presunto) personaggio maschio che conquista immediatamente il cuore della protagonista principale, ovvero Mamori. Personalmente, e devo dire anche diversamente da quanto avvenuto in passato, questa cosa non mi ha né sorpreso né infastidito, in quanto per il momento c’erano davvero troppe cose che non mi tornano sul rapporto tra Mirei e Mamori. In primis c’erano le continue esitazioni di quest’ultima e il continuare ad invocare il suo tanto agognato principe azzurro chiedendosi per quale motivo fosse costretta a baciarsi invece con un'altra ragazza, e se fosse giusto fare certe cose con lei eccetera eccetera, insomma tutta una serie di indizi che mi avevano fatto seriamente dubitare sul suo reale orientamento sessuale o che, quantomeno, non fosse ancora pronta ad accettare una relazione con una donna in modo del tutto naturale. Il secondo dubbio è dato dai continui flashback di Mirei relativi a quella misteriosa ragazza con i capelli blu (che sappiamo già chiamarsi Momoka) che danno chiaramente ad intendere che quest’ultima occupi ancora un posto speciale nel suo cuore, tanto da dare l’impressione che Mamori rappresenti al momento solo un semplice rimpiazzo, o comunque nient’altro che uno strumento per arrivare a lei. Insomma a questo punto gli scenari che si aprono sono due.

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    Numero uno: Mirei e Mamori sono destinate alla fine ad innamorarsi realmente, e di conseguenza sia Momoka che Akari sono dei semplici incidenti di percorso (soprattutto quest’ultimo), o se preferite, un male necessario a movimentare un po’ una storia che altrimenti rischiava di diventare veramente troppo statica. Prima di vedere questo quarto episodio tra l'altro ero già pronto ad accusare Valkyrie Drive: Mermaid di soffrire della "Sindrome di Sakura Trick", ovvero che ogni episodio, indipendentemente dalla situazione creatasi, avesse l’obbiettivo di culminare sempre e comunque in unica scena, ovvero un bacio tra le due protagoniste. Invece ora posso affermare con certezza che non è cosi e che se la main romance tra le due protagoniste è destinata a concretizzarsi per lo meno dovranno affrontare un pochino di "drama". Numero due: Mirei e Mamori vivono le loro rispettive storie d’amore, e allo stesso tempo cementano comunque un legame che consenta loro di poter continuare a combattere insieme per raggiungere i loro scopi, dando vita così ad un rapporto che non sarà più di natura romantica ma comunque di profondo affetto (e destinato comunque a regalarci un bel po' di scene service). In entrambi i casi mi sento di affermare che ne usciremmo comunque vincitori. E francamente, con una coppia come Lady Lady, una lesbicona pervertita come Charlotte e una valanga di scene yuri esplicite dietro ogni angolo mi sento di affermare serenamente che anche nella malaugurata ipotesi di dover assistere all’inclusione di un rapporto a sfondo etero per una delle due protagoniste non saremmo comunque nella posizione di poterci lamentare.

    Hidan no Aria AA


    Buona partenza per Hidan no Aria AA seppure anche lui, per quanto non certo banale e scopiazzato come Valkyrie Drive: Mermaid, non brilli certo di assoluta originalità. Va anche detto che ormai pretendere di vedere un anime action nel quale non ci sia qualche elemento che sappia di già visto, o comunque ispirato ad altre opere, è praticamente impossibile. L’importante dunque è che gli autori riescano a dare all’opera un’identità propria, di modo da spezzare certe sensazioni di deja-vu e ridurre così al minimo le eventuali possibilità di paragone con altri anime Insomma, in parole povere, è necessario forgiare nel modo più originale possibile quel materiale a disposizione (che poi, gira che ti rigira, è sempre quello), e la sensazione durante questa fase iniziale di stagione è che ci si stia muovendo nella giusta direzione. Due protagoniste principali che pur ricalcando i canoni tipici del genere risultano allo stesso tempo distaccarsene in modo netto: da un lato Aria, la classica eroina esperta, severa e determinata, ma che contrariamente dal solito non risulta essere esageratamente fredda e distaccata, e dall'altro Akari, l’allieva debole e inesperta ma che per una volta è sicura si sé e determinata fin dalle prime battute dell’anime e che non ricade dunque nel tipico cliché della protagonista pasticciona e totalmente incapace che inizia a combinare qualcosa di buono solo dal penultimo episodio (se non addirittura nell’ultimo). Attorno a loro si muove poi un cast variegato di personaggi che potrei definire “non-stereotipi”, ovvero una yandere-non-totalmente-yandere, nel senso che pur nei suoi momenti di peggior follia riesce comunque a conservare quasi intatta la sua dolcezza, una loli-non-troppo-loli, che pur avendo tutti i requisiti della tipica loli rompiscatole risulta essere alquanto gradevole, e così via.

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    La storia, finora non ha fatti grandi passi, anzi, possiamo dire che al di fuori del primo episodio finora si è concentrata quasi esclusivamente sullo stabilire i rapporti tra le varie protagoniste, andando così a comporre le varie alleanze, tra amori, amicizie e rivalità. L’unico vero spunto di trama è la questione del “mistero” sulla figura di Akari, di cui tra l’altro lei stessa non sembra nemmeno essere consapevole, e che sembrerebbe poi essere la vera ragione per cui Aria si è lasciata avvicinare da lei accettandola come “Amica” (aaahhh il brutto vizio dei giapponesi di usare a caso termini presi in prestito dalla lingua italiana!!). Tuttavia il fatto che lo abbiano tirato fuori così fin dalle prime battute mi porta a chiedermi se sarà veramente il tema centrale, nonché il fine ultimo, della storia.

    Voto agli episodi 1-4: SETTE. Uno dei meriti degli autori in questo primo scorcio di stagione è stato sapere bilanciare bene le numerose fasi d’azione con l’elemento slice of life, senza mai eccedere in un verso o nell’altro, di modo da riuscire a conferire una certa tensione alla trama senza però dimenticarsi di approfondire psicologicamente i vari personaggi. Come già detto prima qualche spunto interessante c’è sicuramente, vedremo se nel prosieguo di stagione quest’anime saprà confermare le buone impressioni iniziali e soprattutto se riuscirà a decollare in modo definitivo.

    La componente yuri è certamente, per nostra gioia, l’elemento più sorprendente di Hidan no Aria AA. Vi confesso che mi aspettavo un anime per lo più yureggiante, magari con una coppia secondaria subtext e invece ci siamo trovati per le mani un anime prepotentemente yuri, con un cast pressochè all-lez all’interno del quale nessuna delle protagoniste si fa alcun problema a manifestare apertamente le sue inclinazioni e ad esplicitare la sua attrazione verso qualche compagna. Mezzo cast è inamorato di Aria, ovvero Urara, Riko e Akari. Quest’ultima è a sua volta corteggiata in modo spietato dalla sua inseparabile amica Shino in una sorta di quadrilatero amoroso interamente composto, da unrequited love. Le uniche due che sembrano essersi davvero trovate, e che ricambiano i rispettivi sentimenti, sono Kirin e Raika, anche se quest’ultima in prima battuta sembrava più essere attratta da Riko che non da Kirin e solo in un secondo momento ha virato su quest’ultima.

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    L’unica protagonista che non mostra alcun interesse di natura romantica è proprio la stessa Aria, scelta pressoché obbligata poiché trattandosi del personaggio cross-over tra la serie originale e lo spin-off è stata inevitabilmente "blindata" dagli autori per evitare di inimicarsi la fetta del fandom che nella serie originale la shippa con il protagonista, Kinji che qui ricopre solo un ruolo di supporto del tutto secondario. Premura che, va detto, è risultata del tutto inutile visto che i fan di Kinji e della serie originale hanno comunque già droppato quest’anime perché non possono sopportare che il loro adorato protagonista maschio sia stato relegato a figura di comparsa per rendere Aria l’oggetto del desiderio delle sue compagne di scuola. Propongo di dedicare un minuto di silenzio a tutti questi poveretti che non hanno capito ancora il significato del termine “spin-off” e che, feriti nell’orgoglio, hanno scelto di non proseguire la visione di quest’anime, ritenendolo troppo blasfemo ed offensivo.


    Non ho molto da dire in merito alle altre due opere che avevo inserito in fase di presentazione della stagione. Shingeki! Kyojin Chuugakkou è infatti una semplice parodia dell’anime originale, con tutto quello che ne consegue, e penso che non sia dunque difficile immaginare cosa aspettarsi da esso. Christa e Ymir, come promesso sono ben presenti con qualche gag molto simpatica nelle quali vediamo Ymir difendere con le unghie la sua adorata Christa dai tentativi di Reiner e degli altri compagni maschi di approcciarla, rivendicando così ogni volta la totale “proprietà” su di essa. In ogni caso è un modo davvero divertente e simpatico per spendere un quarto d’ora in allegria assistendo allo scimmiottamento degli eventi e delle atmosfere di Shingeki no Kyojin. Hacka Doll the Animation invece non presenta proprio alcun elemento di interesse per la nostra causa, e personalmente l’ho anche droppato al quarto episodio.

    Si conclude così il primo “giro di sentenze” relativo alla stagione autunnale, che al momento mi sento di affermare si possa tranquillamente promuovere in pieno, anche se per le pagelle definitive bisognerà ovviamente aspettare ancora un po’. Vi do quindi appuntamento sempre qui tra circa un mesetto per il bilancio di metà stagione e nel frattempo, se volete commentare quanto appena letto, vi invito come sempre a farlo nei topic dedicati ai vari anime che potrete trovare all’interno del nostro forum.
    A presto dunque, e che lo yuri sia sempre con voi!

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    Edited by Mamiina - 5/11/2015, 19:13
     
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    Care amiche e cari amici del Crystal Lily, eccoci arrivati al penultimo appuntamento dell’anno con la nostra rubrica dedicata alle novità yuri. Il 2015 è letteralmente volato via grazie a quattro stagioni assolutamente ricche ed intense che hanno dato vita ad un annata sicuramente irripetibile, almeno nel breve periodo. Il mio suggerimento fin da ora è infatti di godersi fino in fondo questa stagione autunnale così piena di soddisfazioni sotto il profilo dello yuri, poiché il panorama iniziale del nuovo anno sembra essere, ahimè, piuttosto desolante. Ma di quello ce ne preoccuperemo quando sarà il momento, e state comunque sicuri che troveremo qualcosa per non rimanere tutti quanti a bocca asciutta. Per ora concentriamoci sulle opere in corso, e su una stagione che è entrata ormai nella sua fase più calda, andando a vedere come si sono comportati i “nostri” anime nel mese di novembre e per la precisione nell’arco delle puntate che vanno dalla numero 4 alla numero 8.

    Bilancio anime in corso


    Come tutti ben sapete questo trimestre autunnale è caratterizzato dalla presenza di due coppie di anime, che pur presentando al loro interno alcune sostanziali differenze di fatto sembrano procedere in modo del tutto parallelo. La parte centrale di stagione per i due anime action, ovvero Valkyrie Drive: Mermaid e Hidan no Aria AA, si è sviluppata lungo una serie di episodi piuttosto decentrati rispetto alla trama principale, spesso senza molta continuità tra uno e l’altro e con la presenza di diversi momenti filler. E’ uno schema questo che viene spesso adottato dagli anime di questo genere e che consiste sostanzialmente nel partire subito forte con la storia per poi congelarla nella fase centrale della serie, di modo da concentrarsi così su altri elementi quali lo sviluppo dei personaggi (carattere, background, relazioni), e infine mettere insieme entrambi gli elementi negli episodi conclusivi. Personalmente preferisco un approccio differente, nel quale lo sviluppo della trama e dei protagonisti procedono di pari passo magari in modo più lento ma sempre e comunque continuo.

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    Se dunque dal punto di vista della trama nessuna delle due opere ha offerto grandi spunti di discussione nel mese appena concluso, la stessa cosa non può certo essere detta per quanto riguarda lo yuri che è stato presente in proporzioni a dir poco industriali. Penso che sia pressoché impossibile indicare un personaggio che si sia distinto più di un altro in questo periodo visto che stiamo parlando di due anime con cast esplicitamente full-lez (fatto salvo per poche eccezioni) e men che meno individuare una fase di picco dell’elemento yuri , o anche solo una scena che si sia distinta più di un'altra, poiché ci troviamo di fronte ad un’autentica “emorragia” di yuri, con un flusso pressoché ininterrotto che ci sta travolgendo come un fiume in piena. E se tale abbondanza ce la potevamo tutto sommato attendere da Valkyrie Drive Mermaid, visto come si era presentato già dai promo, la stessa cosa non si può certo dire per Hidan no Aria AA, il quale si è rivelato un’autentica sorpresa sotto questo punto di vista.

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    E giusto per farci mettere il cuore in pace, anche quando oggettivamente non ce n’era nemmeno bisogno, il famigerato quarto episodio di Valkyrie Drive Mermaid (che tanto ci aveva fatto discutere il mese scorso) alla fine si è rivelato niente di più che un incidente di percorso. Come se questo non bastasse anche una certa situazione legata ad una determinata figura, e a noi potenzialmente sfavorevole, si è rivelata in realtà essere totalmente a nostro vantaggio. Insomma, tutte le teorie e le congetture che avevo esposto nel mio precedente editoriale sono crollate come un castello di carte nel momento esatto in cui si è capito che la questione era di gran lunga meno complessa e ingarbugliata di quanto avessi ipotizzato, anche se l’atteggiamento di Mamori per ora continua a rimanermi decisamente inviso. In ogni caso con l’ottavo episodio sembra che siano state poste le basi per l’arco narrativo finale che oltre ad introdurre finalmente Momoka, la misteriosa ragazza dei flashback dei Mirei, dovrà dare tutta una serie di risposte ai numerosi interrogativi posti fin qui. Il mio auspicio ovviamente è per un finale di stagione che pur con tutti i limiti del caso sappia essere un po’ più originale e convincente di quanto non fosse stato lo spunto iniziale. Personalmente, nonostante il mio iniziale pessimismo, devo dire che il margine c’è, soprattutto alla luce di quanto svelato nell’ultimo episodio e dunque speriamo che sappiano giocarsi bene le loro carte.

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    Lo stesso discorso vale anche per Hidan no Aria AA, che nonostante una maggior qualità generale ha sofferto forse di un immobilismo di trama perfino maggiore rispetto a Valkyrie Drive Mermaid, limitandosi a fornire qualche spunto qua e là per poi divagare, tanto che in questa fase centrale di stagione è sembrato per larghi tratti quasi più uno slice of life che non un anime action, andando forse un po’ a ledere quell’equilibrio che aveva saputo proporre nei primi episodi. Tuttavia sono abbastanza confidente che nella fase finale rimetteranno tutte le cose a posto, anche perché pure qui i nodi da sciogliere sono ancora tanti, dalla questione dei misteriosi poteri di Akari, alla figura della sorella con i suoi misteriosi svenimenti, al doppiogioco di Riko e, in parte, anche della stessa Aria. Senza dimenticare ovviamente quello che di fatto era stato presentato come il tema principale della storia, ovvero la missione di Akari di diventare “Amica” di Aria a tutti gli effetti.

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    Alla luce di quanto detto fin qui, e al netto ovviamente della componente yuri (che, ribadisco, è stata stratosferica), per la parte centrale di stagione assegno dunque ad entrambe le opere un SEI politico, nell’attesa di vedere come decideranno di sviluppare la trama nel finale di stagione e di scoprire se (e con quali trovate) decideranno di sorprenderci.

    Chi non ha di questi problemi sono ovviamente gli slice of life, vale a dire Yuru Yuri San☆Hai! e Gochuumon wa Usagi Desu ka??, che per via della loro natura non devono fare i conti con questioni relative alla trama, non esistendo, di fatto, come elemento. Questa cosa non deve ovviamente trarre in inganno o indurre a pensare che per loro la vita sia più semplice, anzi, con un elemento in meno su cui poter fare affidamento la parte centrale di stagione è da sempre la più critica per gli anime di questo genere poiché è la fase nella quale uno slice of life, se non viene gestito con attenzione, rischia in quattro e quattr’otto di “spegnersi” (e a quel punto risollevarlo diventa quasi impossibile). Sia Yuru Yuri che GochiUsa tuttavia hanno saputo superare in maniera più che brillante questa fase delicata sfruttando appieno tutto il loro potenziale.

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    Il piatto forte della parte centrale di stagione per GochiUsa è stata l’introduzione del personaggio di Mocha, la sorella maggiore di Cocoa, rivelatasi un autentico ciclone in grado di catalizzare su di sé l’attenzione per ben tre episodi (sebbene in uno lo abbia fatto solo indirettamente) e di sconvolgere tutti gli equilibri fin qui creatisi. In un intervento all’interno del forum ho definito Mocha “l’ultimate onee-sama” e onestamente penso che non possa esistere termine migliore per definirla poiché incarna il prototipo della perfetta sorella maggiore: dolce, solare e adorabile, nessuna riesce a resistere al suo potere ammaliatore o a esitare anche per un solo istante a gettarsi fra le sue braccia per farsi ricoprire dalle sue amorevoli attenzioni. Perfino la pragmatica Chiya si scioglie di fronte a Mocha, la quale, da par suo, riesce ad abbattere perfino le resistenze di Rize, da sempre piuttosto restia a sbottonarsi o a mettere in mostra il suo lato più tenero (che sappiamo invece essere ben presente). La sua uscita di scena, improvvisa e fulminea come il suo arrivo, ha lasciato immediatamente un vuoto non solo nelle protagoniste, ma anche in tutti i fan che già si erano affezionati a lei. Tuttavia era prevedibile, poiché un personaggio simile funziona solo se proposto a piccole dosi e per periodi limitati. Giusto dunque che gli autori l’abbiamo infine rimessa sul treno per casa in attesa della sua prossima visita.

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    Sul piano dello yuri non c’è nulla di nuovo da segnalare con gli autori che, al solito, si divertono a fare e disfare mischiando in continuazione i pairing e cercando di accontentare un po’ tutti, dai fan di Cocoa x Chiya a quelli che preferiscono la protagonista in versione onee-sama di Chino per finire con coloro che amano leggere tra le righe un certo sentimento da parte di Chiya nei confronti di Shiaro. Fa eccezione ovviamente l’immancabile cotta di Shiaro per Rize, unico elemento fisso e insindacabile di Gochiusa, con la nostra eroina bionda che ultimamente sembra aver acquisito un po’ più di autostima mostrandosi molto meno imbarazzata di fronte alla sua adorata senpai.

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    Dal canto suo Yuru Yuri durante il mese di novembre ha attinto a piene mani dal suo cast, concedendo parecchio spazio anche ai personaggi cosiddetti “secondari” che sono da sempre una delle sue risorse più preziose. E così abbiamo potuto assistere ad alcuni spezzoni molto interessanti e divertenti, incluso il ritorno delle fantasie di Chitose, che tra l’altro avevo fortemente invocato nel mio scorso editoriale. Oltre a questo abbiamo anche potuto conoscere meglio le sorelle di Sakurako, abbiamo rivisto Chizuru e la piccola Kaede, abbiamo assistito ad uno sketch dedicato a Rise girato in stile film muto (assolutamente geniale!), ma soprattutto abbiamo visto approfondire un po’ di relazioni finora inesplorate. Oltre all’evoluzione del legame tra Ayano e Kyouko, di cui avevo già parlato abbondantemente la scorsa settimana, negli ultimi episodi abbiamo visto infatti rafforzati i rapporti tra alcune delle protagoniste, rapporti che tuttavia sembrano puntare più sull’amicizia che non su un attrazione di natura sentimentale. Mi riferisco in particolare ad Akari e Chinatsu, (che io da sempre vedrei comunque molto bene anche come coppia) e a Kyouko e Sakurako, con quest’ultime che, se la memoria non mi inganna, sono state mostrate in azione insieme per la prima volta. Il tutto ovviamente senza mai perdere di vista quelli che sono da sempre gli autentici cavalli di battagli di quest’anime e che ovviamente non starò qui a ripetere per l’ennesima volta visto che ormai li conosciamo tutti benissimo.

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    Sia per Yuru Yuri che per GochiUsa dunque confermo in pieno il NOVE già assegnato nel mio scorso editoriale, giudizio che difficilmente potrà cambiare e che candida certamente entrambe le opere ad un piazzamento molto alto nella classifica dei migliori anime yuri del 2015.


    E anche questa volta siamo arrivati alla fine, esattamente come quest’anno solare a cui manca ormai solo uno scorcio di stagione prima di congedarsi definitivamente. Come già detto nel mi cappello introduttivo sicuramente il 2015 sarà destinato a passare alla storia e ad essere ricordato a lungo dai fan dello yuri come una delle migliori annate di sempre, seconda probabilmente soltanto a quel 2004-2006 che da tutti è indicato come il triennio d’oro dello yuri, un periodo sicuramente irripetibile e ancora oggi inarrivabile ma che questi ultimi dodici mesi ci hanno in parte ricordato. Il mio invito per il futuro prossimo pertanto è quello di armarsi di tanta pazienza, poichè torneranno sicuramente i periodi di magra, le stagioni altalenanti e le delusioni, ma di guardare sempre e comunque al domani con fiducia, pronti ad accogliere con passione tutto quello che verrà, poco o tanto che sia, con la consapevolezza che qualcosa è ormai definitivamente cambiato in questa industria per quanto riguarda lo yuri e il ruolo che riveste al suo interno. Ed è ovviamente inutile aggiungere che noi del Crystal Lily ci faremo sempre trovare pronti ogni volta che si presenterà l’occasione, con l’entusiasmo che da sempre ci contraddistingue.

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    Prima di salutarvi vi ricordo brevemente i nostri prossimi impegni poiché come da consuetudine con l’inizio del nuovo anno si apre un periodo davvero intenso (specialmente per il sottoscritto): il primo appuntamento sarà appena prima di Natale per la presentazione della nuova stagione invernale, o meglio, di quel poco che c’è. Successivamente ci ritroveremo a inizio anno per il bilancio finale della stagione autunnale e infine, verso la metà di gennaio o poco oltre, ci sarà l’attesissima edizione dei Crystal Lily Awards, che quest’anno vi preannuncio sarà un po’ diversa dal solito e speciale sotto tutti i punti di vista! Arrivederci a presto dunque e mi raccomando, come sempre…

    Stay Hungry, Stay Yuri!
     
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    Care amiche e cari amici del Crystal Lily, siamo giunti all’ultimo appuntamento della nostra rubrica dedicata alle novità yuri 2015, la quale va agli archivi dopo quattro stagioni davvero intensissime. Il tassello finale è rappresentato come sempre dal bilancio conclusivo della stagione autunnale, che passerà agli annali come una delle più ricche di soddisfazioni sotto il profilo dello yuri. Ma potremo dire la stessa cosa anche per quanto riguarda la qualità delle opere in sé? Seguitemi e andiamo subito a scoprirlo!

    Bilancio Finale della
    Stagione Autunnale 2015


    Hidan no Aria AA


    Dovendolo giudicare semplicemente come anime (e quindi al netto della componente yuri) devo dire che mi aspettavo qualcosina di più da Hidan no Aria AA. Le premesse erano davvero buone e anche se il finale è stato tutto sommato carino ritengo che si sarebbe potuto gestire meglio la trama nell’arco delle dodici puntate. L’errore principale è stato quello di aver perso troppo tempo con i filler nella fase centrale di stagione arrivando così a dover concentrare la trama negli ultimi episodi, senza avere dunque il tempo di sviluppare in modo convincente la storia e anche alcuni personaggi, in particolar modo le due antagoniste. Una delle regole più importanti per chi deve scrivere fiction (a qualunque livello) è infatti quella di non inserire mai un personaggio chiave appena prima della fine, assicurandosi invece di avere introdotto tutti i protagonisti entro e non oltre la metà della storia, una regola che ultimamente mi capita spesso di vedere ignorata, soprattutto negli anime. Il risultato finale è stata dunque una trama deboluccia che per lunghi tratti è apparsa piuttosto slegata, con alcuni elementi buttati lì un po’ a casaccio e per lo più troppo in fretta. I poteri di Akari? La guerra tra famiglie di assassini? Tutti aspetti che avrebbero sicuramente meritato tempi di sviluppo più lunghi, facendoli evolvere in parallelo a tutti gli altri elementi. Per non parlare poi dell’introduzione dell’elemento mecha negli ultimi venti minuti dell’ anime. Personalmente, e alla luce di quanto visto nell’arco di tutta la serie, ritengo dunque che Hidan no Aria AA come anime in sé e per sé sia nel complesso un’opera da 6 di valutazione e non oltre.

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    Ovviamente, e per nostra fortuna, il nostro elemento di maggiore interesse, almeno quanto riguarda la nostra causa, è rappresentato dallo yuri, e sotto questo punto di vista Hidan no Aria AA non solo non ha certamente deluso le attese ma, anzi, si è rivelato di gran lunga migliore di quanto noi tutti ci aspettassimo. I personaggi e i momenti di natura yuri sono stati davvero tantissimi e gli autori non si sono certo tirati indietro, regalandocene abbondanti dosi dal’inizio alla fine, senza mai curarsi minimamente dei continui piagnistei da parte dei fan storici della saga originale. L’unico piccolo cruccio è che Hidan no Aria AA manca di un soffio l’appuntamento con la categoria principale. Il legame fra Akari e Aria, infatti, più che in chiave sentimentale è stato gestito come un rapporto di ammirazione kohai/senpai, all’interno del quale faccio fatica a vedere implicazioni di natura romantica, molto probabilmente anche per la necessità di mantenere “immacolato” sotto questo punto di vista il personaggio di Aria. A fare dunque la parte del leone sono state le due yuri-stalker Shino&Urara, il cui sentimento nei confronto di Akari per quanto inconfutabile è stato indubbiamente sviluppato in chiave puramente comica, e Raika/Kirin che per quanto si possano facilmente identificare come una coppia hanno vissuto anche loro un rapporto basato più su elementi di natura comica che non sentimentali, tra sogni erotici e anche un harem di giovani spasimanti a disposizione di Raika. La logica conseguenza di tutto ciò pertanto è la collocazione di Hidan no Aria AA nell’elenco degli anime a sfondo yuri comico, categoria che sappiamo bene essere di tutto rispetto e che gli consente comunque di confermarsi come una delle opere di punta del 2015 relativamente al genere yuri.

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    Valkyrie Drive: Mermaid


    Anche per Valkyrie Drive: Mermaid vale un po’ lo stesso discorso già fatto per Hidan no Aria AA: provate a immaginare se il “golpe” di Charlotte fosse avvenuto più o meno a metà stagione, di modo da rendere il suo regno di oppressione una vicenda sviluppata su più episodi, e dedicare successivamente l’intero arco narrativo finale al complotto di Momoka e socie, preparando così il giusto climax per la grande battaglia finale: sicuramente la storia avrebbe assunto ben altro spessore. Quello che è successo con questi due anime è a mio avviso l’ennesima dimostrazione che spesso e volentieri si preferisce accontentare la fame di service del pubblico (per mezzo di numerosi spezzoni filler) dando ampio spazio ad elementi che con la trama c’entrano poco e nulla, e sacrificando così quest’ultima in nome di altre logiche di mercato. Va detto a sua discolpa che, a differenza di Hidan no Aria AA, Valkyrie Drive era sicuramente un’opera con meno pretese e pertanto questo difetto finisce per influire molto meno sul giudizio complessivo. Alla fine gli autori sono riusciti infatti a mettere in piedi una storia decente, con un paio di colpi di scena interessanti e anche alcune trovate tutto sommato abbastanza originali. Niente di trascendentale ma sicuramente meglio di Hidan no Aria AA dove, di fatto, nell’arco di dodici episodi non è successo praticamente una mazza. Ecco perché il 6,5 di valutazione complessiva si può considerare un successo, anche alla luce di un inizio che, se ricordate, mi aveva lasciato decisamente perplesso.

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    Indipendentemente dalla qualità della trama, Valkyrie Drive: Mermaid è destinato comunque a rimanere impresso a lungo nella memoria dei fan per via della sua spropositata quantità di scene yuri a sfondo ecchi che lo hanno portato a più riprese a sfociare nel soft-hentai. Quest’anime ha settato l’asticella dello yuri ecchi ad un livello altissimo e penso che sarà difficile in futuro fare di meglio sotto questo punto di vista. Il primo istinto sarebbe dunque quello di inserirlo nella categoria degli anime yuri fanservice, visto che la componente fisica ha sicuramente un’incidenza maggiore rispetto a quella sentimentale, che entra veramente in gioco in rare occasioni e comunque mai in modo troppo approfondito. Anche tra Mirei e Mamori faccio fatica a vedere una componente di natura romantica, quantomeno da parte di quest’ultima e più che una coppia di amanti il loro rapporto mi da più l’idea di due “compagne d’armi”, sebbene sia fuori da ogni dubbio che si tratti comunque di un legame molto profondo. Tuttavia ad un esame più approfondito possiamo renderci conto che in Valkyrie Drive: Mermaid esistono parecchie coppie ben definite, quali Lady J/Rein o Kasumi/Hibiki, e che la componente yuri, per quanto prettamente carnale, è fondata su una sessualità ben precisa da parte delle protagoniste, le quali nella stragrande maggioranza dei casi agiscono in modo perfettamente consapevole e consenziente. A livello concettuale dunque quest’anime è certamente più assimilabile ad un hentai che non ad un anime fanservice e di conseguenza, esattamente come tutte le altre opere di quel tipo, viene considerata un'opera yuri main, con collocazione nella prima categoria della nostra lista.

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    Yuru Yuri San☆Hai!


    Il re è sempre il re. Guardando Yuru Yuri San☆Hai! mi è tornato alla mente il motivo per cui quest’anime è da sempre considerato il portabandiera degli yuri comici nonché l’opera che ha cambiato in modo decisivo le sorti di questo genere. Nonostante sulla sua scia si siano succedute tante opere con caratteristiche simili (molte delle quali non hanno sicuramente nulla da invidiargli) Yuru Yuri conserva sempre quel qualcosa di unico e speciale che lo pone ancora un gradino sopra tutti. Sarà l’affetto che ormai ci lega ai vari personaggi, saranno le sue atmosfere inconfondibili che ci fanno sentire ogni volta come se fossimo a casa, sarà quel suo mondo un po’ pazzerello ma inimitabile nel quale convivono da sempre in perfetto equilibrio comicità e sentimenti, ma sta di fatto che, almeno per quanto mi riguarda, deve ancora arrivare uno slice of life in grado di rilassarmi e divertirmi più di quanto riesca a fare ogni volta Yuru Yuri. Onestamente non sono in grado di dire come verrà recepita dai fan questa terza serie, con le sue scelte stilistiche che la rendono decisamente diversa dalle prime due, e sono anche consapevole che tre stagioni sono già un bel malloppo sul groppone di un’opera con queste caratteristiche, ma se potessi esprimere un desiderio allora chiederei sicuramente ai nostri amici giapponesi di far sì che la corsa di Yuru Yuri non si fermi qui!

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    Anche in queste ultime puntate gli autori non hanno poi mancato di regalarci alcune novità di rilievo. Intanto abbiamo assistito all’evoluzione delle fantasie di Chitose, che si sono spinte ben più in là di quanto non avessero osato mostrarci finora e personalmente ritengo che almeno un paio delle scene mostrate siano state a dir poco epiche. Inoltre, abbiamo potuto vedere per la prima volta in azione lo yuri-power di Akari, la quale, fino ad oggi, era sempre stata lasciata ai margini sotto questo punto di vista e non vi nascondo che si è trattata davvero di una bella sorpresa. Sicuramente una delle cose migliori fatte da Yuru Yuri nell’arco delle sue tre stagioni è stata quella di non lasciare mai nessuna delle protagoniste in disparte o a bocca asciutta. C’è stato chi ha avuto più spazio nell’arco di una stagione singola, come ad esempio Kyouko, che è stata la stella assoluta della prima serie, Himawari e Sakurako, alle quali è stato concesso molto spazio nella seconda, e Anayo, che ha dovuto attendere la terza stagione per vedere finalmente accendersi la sua stella, mentre altri elementi come la cotta di Chinatsu per Yui o le già citate fantasie di Chitose sono state invece un punto fermo dell’intera saga. Una quadratura del cerchio a dir poco perfetta insomma, che ha regalato soddisfazioni in ugual misura ai fan, i quali indipendentemente da quale fosse il loro personaggio o la loro coppia preferita hanno avuto tutti almeno una ragione per sorridere.

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    Gochuumon wa Usagi Desu ka??


    Altro gioiellino di rara bellezza e sicuramente uno degli slice of life più riusciti di sempre. Anche nell’ultima parte di stagione, esattamente come in tutte quelle precedenti (prima serie inclusa) , Gochuumon wa Usagi Desu ka?? non ha mai mostrato il minimo segno di decadimento, riuscendo sempre a regalarci dosi massicce di divertimento e deliziandoci allo stesso tempo con la sua inesauribile carica moe. Non solo, ma come spesso accade quando la formula è particolarmente indovinata e l’anime non ha bisogno della fase di "riscaldamento" iniziale, questo sequel ha finito con il risultare perfino superiore ad una prima stagione che molti di noi ritenevano già perfetta e quindi difficilmente superabile. E se le prime notizie che arrivano dal Giappone relative ai dati di vendita si confermassero veritiere penso che l’idea di una terza serie sia tutt’altro che un’utopia. Certo, ripetersi non sarebbe sicuramente un’impresa facile, ma alla luce di quanto visto finora non ho ragione di mettere in dubbio le capacità degli autori, che hanno già dimostrato di possedere idee e fantasia in abbondanza!

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    L’unico neo di GochiUsa è rappresentato dal tasso di yuri che purtroppo è decisamente basso, soprattutto se paragonato con le altre opere fin qui menzionate, tanto che anche dopo questi dodici nuovi episodi abbiamo dovuto confermarlo all’interno della categoria "anime yureggianti". Ma d’altronde non si può avere sempre tutto, e comunque possiamo consolarci almeno in parte con l’evoluzione di Sharo, la quale in questa seconda stagione ha conseguito molta più determinatezza ed autostima, tanto che ora non si fa più molti problemi a relazionarsi con la sua adorata Rize-senpai. Anche questa volta poi non sono mancati diversi momenti teneri fra Cocoa e la sua imouto acquisita Chino. Il tutto con Chiya sempre alla finestra e pronta ad inserirsi ad ogni occasione buona, portando così un po’ di scompiglio tra i vari pairing, tanto che ad oggi ammetto di non aver ancora deciso quale coppia mi piace di più shippare…

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    Siamo arrivati così al termine di questa appassionante cavalcata attraverso dodici mesi indimenticabili, bellissimi e come già detto più e più volte difficilmente ripetibili! Non sono in grado, ahimè, di prevedere quando ci capiterà un’altra annata (o anche solo una stagione) con così tante opere yuri da seguire, ma quel che posso dirvi con certezza è che noi saremo sempre qui ad accompagnarvi, nel bene e nel male, come abbiamo sempre fatto nel corso di questi cinque anni insieme. E con il nuovo anno che è già iniziato, e la nuova rubrica dedicata alle Novità Yuri 2016 già inaugurata, ci rimane solo un ultimo appuntamento legato all’anno appena concluso, ovvero i Crystal Lily Awards, la nostra tradizionale cerimonia di premiazione in chiave yuri, che, vi confesso, mi sta facendo davvero penare da quanto è combattuta: scegliere un singolo vincitore per ogni categoria infatti non solo è un’impresa ardua quest'anno, ma è anche un compito a dir poco ingrato!

    Vi anticipo comunque che per gli Awards dovrete pazientare un pochino, almeno fino a metà gennaio, poichè oltre a risolvere gli ultimi ballottaggi, abbiamo dovuto attendere come sempre la conclusione dell’ultima stagione prima di iniziare a prepararli. Per quanto riguarda invece i nostri appuntamenti regolari, ci vediamo come al solito tra un mesetto circa per il primo bilancio del trimestre invernale, che si spera sia un po’ meno deprimente di quanto non appaia sulla carta.

    Arrivederci a presto dunque, e che lo yuri sia sempre con voi!
     
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17 replies since 23/12/2014, 14:10   5762 views
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