NOVITA' YURI 2017

La nostra rubrica mensile dedicata ai nuovi anime!

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  1. Mamiina
     
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    Simoun Auriga

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    EDIZIONE SPECIALE


    La moralità negli anime

    (sottotitolo: "Del 6° episodio di Maidragon...")



    Cari amici del Crystal Lily, ciò che state per leggere avrebbe dovuto far parte del mio prossimo editoriale. Quando però ho realizzato che il discorso sarebbe andato un po’ troppo per le lunghe (oltre ad esulare in parte dalle tematiche di fondo della nostra rubrica) ho deciso di parlarne in separata sede, attraverso questa “edizione speciale” che mi consentirà di approfondire il mio punto di vista relativo ad alcune tematiche all’ordine del giorno, di modo da evitare così di dover ribadire certe posizioni in futuro e di poter dedicare le mie attenzioni a quegli aspetti degli anime che mi piace prendere in analisi, non solo in questa rubrica, ma anche all’interno del forum stesso.

    Come ben sapete una delle opere di punta della stagione invernale è senza ombra di dubbio
    Kobayashi-san Chi no Maid Dragon, un anime che sta raccogliendo davvero tanti consensi, guadagnandosi la simpatia di un pubblico molto vasto che non è costituito solo ed esclusivamente da amanti dello yuri ma anche da appassionati di ogni tipo. I motivi di tale successo li approfondirò fra un paio di settimane nel mio suddetto editoriale, poiché oggi mi voglio soffermare su un'altra questione, ovvero ciò che è accaduto la settimana scorsa dopo l’uscita del sesto episodio. La puntata in questione ha infatti proposto una serie di scene abbastanza controverse che, per usare un eufemismo, hanno fatto inarcare un po’ il sopracciglio a una parte degli spettatori, col risultato di dare vita all’ennesima diatriba all’interno del fandom legata all’opinabilità di certe situazioni.

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    Ma partiamo dai fatti. Cosa è successo di così eclatante in un anime che finora era sembrato piuttosto “safe” a livello di contenuti? Se non l’avete ancora visto ve lo racconto io. L’episodio si apre con Riko che propone a Kanna di andarla a trovare a casa sua, invito che quest’ultima accetta di buon grado scatenando la solita relazione entusiastica della piccola Riko, fatta di urla di gioia e cuoricini. Fin qui tutto normale insomma. Dopo la sigla Kanna si reca così alla dimora di Riko accompagnata dalle sue “mamme” adottive Kobayashi e Tohru che, dopo essersi presentate, si ritirano in un'altra stanza in compagnia della maid di Riko (che aveva ovviamente catalizzato l’attenzione di Kobayashi) mentre Kanna e Riko vanno in camera di quest’ultima a giocare. Ed è qui che le cose iniziano a prendere una piega imprevista. Appena entrate in camera Kanna decide di provare il letto di Riko e vi si getta sopra a gambe spalancate di fronte agli occhi di quest’ultima che arrossisce deglutendo, visibilmente imbarazzata da ciò che probabilmente ha visto. La scena, è ovviamente censurata grazie all’inquadratura di spalle, con la testa di Riko a impedirci di scorgere ciò che invece hanno visto i suoi occhi, ma che non è comunque difficile immaginare.

    Poco dopo Kanna e Riko si mettono a giocare a Twister, un gioco che tutti quanti penso conosciate bene e che ben presto finisce con le due bambine che si ritrovano a strusciarsi in modo abbastanza imbarazzante, causando così a Riko l’ennesima tempesta emotiva (per non dire altro). Quando poco dopo le due bambine si mettono a giocare ai videogame Kanna si appoggia su Riko usandola come cuscino. Quest’ultima la abbraccia da dietro e quando Kanna le chiede se secondo lei è brava a socializzare con i suoi compagni di classe Riko innocentemente le dice che a lei piace molto e che se potesse la sposerebbe. E’ a questo punto che Kanna si getta letteralmente sopra Riko con intenti ben chiari dicendole “Se è così allora facciamo in modo di legarci ancora di più”. Fortunatamente le due vengono interrotte da Tohru che piomba nella stanza all’improvviso per altri motivi mettendo così fine a quello che era palesemente diventato un innuendo a sfondo sessuale tra due bambine delle elementari. Giusto per rincarare la dose quando Kanna torna a casa si mette a riflettere sulle sue reazioni e sui suoi desideri nei confronti di Riko, e, seppure in forma censurata, sia nell’anime sia nel manga la sua conclusione è chiaramente: “Me la vorrei fare”.

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    Ma non finisce qui. Nella seconda parte dell’episodio Kobayashi e Tohru vengono contattate da Lucoa per una consultazione. Quest’ultima infatti ha deciso di venire a vivere anche lei sulla terra e per questo ha risposto ad una richiesta di evocazione di un mago. Il suo problema è che ora deve trovare un modo di farsi accettare come sua servitrice. Ma c’è un secondo problema, ancora più grosso: l’evocatore in questione, Shouta, è un ragazzino di dieci anni figlio di un potente mago, che vive in una dimora lussuosa e non ha bisogno di nulla di ciò che Lucoa gli può donare, ovvero conoscenza, ricchezza e poteri magici poiché la sua famiglia è già in grado di offrirgli tutto questo in abbondanza. La provocante Lucoa a questo punto decide di utilizzare l’ultima risorsa a sua disposizione ovvero offrire il suo corpo a Shouta facendogli dunque delle pesanti avance sessuali, senza tirarsi indietro neanche di fronte alla reazione di disgusto quest'ultimo. Tutto questo di fronte agli occhi di Kobayashi e Tohru che non fanno la benché minima piega di fronte ai tentativi di Lucoa di sedurre un ragazzino di dieci anni.

    Nonostante le scene che vi ho descritto siano state un pochino mascherate dietro la patina di comicità di quest’anime e che in linea teorica siano “giustificabili” a livello di trama dal fatto che Kanna e Lucoa, in qualità di draghi, non seguano i canoni morali degli esseri umani, è abbastanza indubbio che ci siamo trovati di fronte, in maniera anche un po’ inaspettata, ad alcuni di quegli elementi che spesso portano gli anime e i manga a trovarsi sul banco di accusa sia parte dei loro detrattori (ovvero quelle persone che li ritengono dei prodotti dai connotati negativi) sia da quella parte di pubblico poco incline ad accettare questo loro lato un po’ “oscuro” che sappiamo invece esistere da sempre. Voglio precisare tra l’altro che la KyoAni in tutto questo non ha, per così dire, “colpe”, poiché si è limitata semplicemente ad adattare pari pari il contenuto del manga, senza cambiarlo praticamente di una virgola. Ad ogni modo subito dopo la messa in onda dell’episodio sono nate molte discussioni animate, spesso condite anche da insulti, tra i fan che difendevano la scelta di mostrare queste scene e coloro che invece sostenevano che avrebbero dovuto essere evitate, ricorrendo a termini che molto probabilmente, da una certa ottica culturale, non sarebbero neanche completamente sbagliati, se non fosse che c’è comunque un “Però…”

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    Il problema, a mio modo di vedere, è che troppo spesso tanti fan dimenticano una cosa importante: quando andiamo a vedere un anime o a leggere un manga di fatto andiamo ad aprire una finestra su un prodotto appartenente ad un’altra cultura, una cultura per molti aspetti lontana dalla nostra e dove certe tematiche vengono percepite in modo totalmente differente rispetto a noi. E nel fare questo ci ritroviamo nella condizione di essere dei semplici “ospiti”, poiché gli anime e i manga sono un prodotto realizzato esclusivamente da giapponesi per i giapponesi, senza preoccuparsi minimamente di quello che noi o voi potremmo pensare in merito. La presenza di elementi per noi molto controversi quali incest, lolicon, shotacon, rape, nudità, gore, violenza, e chi più ne ha più ne metta, fa parte del gioco e bisogna essere dunque pronti ad accettarne l'esistenza nel momento esatto in cui si sceglie di appassionarsi a questo fenomeno culturale, prendendolo per quello che è in tutti i suoi aspetti, sia quelli positivi sia quelli negativi. Con questo non sto ovviamente dicendo che se trovate alcuni elementi particolarmente disturbanti, e che dunque non siete in grado o non volete affrontare, dovete farveli piacere per forza. Io stesso ad esempio non ho mai fatto mistero di non amare particolarmente il lolicon, tuttavia, se non volevo cambiare hobby, ho dovuto imparare a conviverci.

    E allo stesso tempo non sto neanche cercando di dipingere il Giappone come una nazione di pervertiti. Non pensiate che anche là certe cose siano viste da tutti di buon occhio. Ad esempio esiste da anni un cosiddetto Comitato per la Morale Pubblica (un po’ l’equivalente del nostro MOIGE), che in più di un’occasione ha segnalato alle autorità competenti tutta una serie di anime che a detta loro proponevano scene che andavano contro i principi morali. Tuttavia il fatto che queste loro proteste (per la maggior parte, lasciatemelo dire, ridicole) siano sempre state regolarmente ignorate, al pari del famoso decreto anti-lolicon, (entrato in vigore nel lontano 2010, ma che non ha mai trovato alcuna applicazione sul piano pratico) la dice lunga su come gran parte dell’opinione pubblica si schieri per una posizione di tolleranza nei confronti di questa industria così controversa, in quella che viene vista come una vera e propria libertà di espressione. E se dunque non lo fanno loro, in casa loro, chi siamo noi, per poter giudicare da fuori?

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    Ecco perché il mio invito in questi casi è sempre e solo uno: se guardando un anime vi trovate di fronte a qualche elemento che vi inquieta o che non risulta essere di vostro gradimento limitatevi semplicemente a chiudere il vostro lettore multimediale e passate ad altro. Sono sicuro che prima o poi troverete qualche anime che soddisfa i vostri requisiti, ma siate comunque consapevoli che il “pericolo” può sempre essere dietro l’angolo. Ma soprattutto evitate di fare i moralizzatori, anche perché poi, ribadisco, a chi fa gli anime della nostra (e della vostra) morale non gliene può fregare di meno. Per quanto riguarda il sottoscritto la mia attitudine, che poi combacia con la linea editoriale che ho cercato di imprimere al nostro forum in tutti questi anni, consiste nello scegliere di rispettare sempre e comunque questo nostro ruolo di “ospiti”. Nei miei innumerevoli editoriali ho sempre cercato di giudicare gli anime al netto di certi elementi, ovviamente senza mai negare la loro eventuale presenza e anche soppesandone sempre l’influenza all’interno dell’opera stessa, ma facendo poi attenzione a non farmi mai influenzare troppo da essi quando arrivava il momento di valutarla nella sua interezza.

    Proprio per questo in passato abbiamo esaltato a più riprese la magnificenza del sentimento che lega le due protagoniste di Candy Boy, nonostante la piena consapevolezza che siano sorelle gemelle. Ed è ancora per questo che abbiamo tessuto le lodi ad opere come Queen’s Blade o Keijo, sottolineandone il valore indiscutibile della storia e dei personaggi, senza nascondere però il fatto che per poter godere di esse bisogna essere disposti a sopportare tonnellate di fanservice. Ed è sempre per questo che, lolicon o meno, continueremo a parlare in termini entusiastici di Kobayashi-san Chi no Maid Dragon, almeno finchè dimostrerà di meritarselo continuando a regalarci divertimento a palate come ha saputo fare fin qui.

    E a scanso di equivoci, mettiamo subito in chiaro una cosa: il rapporto fra Kanna e Riko, che ci/vi piaccia o meno, è al cento per cento yuri!

    Ho finito. Ci vediamo tra qualche giorno con l’editoriale di metà stagione.

    Edited by Mamiina - 18/7/2017, 12:02
     
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