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Hachi Loire.
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Un haiku è un componimento poetico di tre versi caratterizzati da cinque, sette e ancora cinque sillabe. È una poesia dai toni semplici che elimina i fronzoli lessicali e le congiunzioni e trae la sua forza dalle suggestioni della natura e le sue stagioni. L'haiku fu creato in Giappone nel secolo XVII e deriva dal tanka, componimento poetico di 31 sillabe (o meglio, 31 morae) che risale già al IV secolo. Il tanka è formato da 5 versi di 5-7-5-7-7 morae rispettivamente. Eliminando gli ultimi due versi si è formato l'haiku. Per l'estrema brevità richiede una grande sintesi di pensiero e d'immagine. Tradizionalmente l'ultimo verso è il cosiddetto riferimento stagionale o kigo, cioè un accenno alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui viene composta o al quale è dedicata. Soggetto dell'haiku sono scene rapide ed intense che rappresentano, in genere, la natura e le emozioni che esse lasciano nell'animo dell'haijin (il poeta). La mancanza di nessi evidenti tra i versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, quasi come una traccia che sta al lettore completare.
Gli haiku tradizionali non hanno alcun titolo.
Nei licei americani e in Marocco si insegnano tutt'oggi le tecniche per scrivere haiku. Jack Kerouac ne fu grande appassionato e compositore. In Giappone si calcola che più di dieci milioni di persone (circa il 10% della popolazione) si diletta a scrivere haiku. I gruppi di poeti che si riuniscono per parlare di haiku si chiamano haijin. Pressoché ogni giornale nipponico ha una sezione riservata agli haiku.
Tra i maggiori poeti di haiku si ricordano Matsuo Bashō, Yosa Buson, Kobayashi Issa, Masaoka Shiki, Chiyo. Hanno composto haiku anche Jorge Luis Borges (I diciassette haiku), Paul Claudel (Cento frasi per ventaglio), Allen Ginsberg, Emanuele Podestà ed Edoardo Sanguineti.
ESEMPI:
Matsuo Basho
Nel vecchio stagno/una rana si tuffa./Rumore d'acqua.
(furu ike ya kawazu tobikomu mizu no oto)
Stanco:/entrando in una locanda/fiori di glicine.
(kutaburete yado karu koro ya fuji no hana)
Yosa Buson
Il pruno bianco/ritorna secco./Notte di luna.
(shiraume no kareki ni modoru tsukiyo kana)
Tornando a vederli/i fiori di ciliegio, la sera,/son divenuti frutti.
(kite mireba yūbe no sakura mi to narinu)
Kobayashi Issa
In questo mondo/anche la vita della farfalla/è frenetica
(yo no naka ya chō no kurashi mo isogashiki)
Ero soltanto./Ero./Cadeva la neve.
(tada oreba oru tote yuki no furi ni keri)
Jack Kerouac
Gli uccelli cantano/nel buio./- Alba piovosa.
(Birds singing in the dark- Rainy dawn.)
Jorge Luis Borges
La luna nuova./Lei pure la guarda/da un'altra porta.
(La luna nueva. Ella también la mira desde otra puerta). -
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*_* Io li amo, ho un libricino di soli Haiku! . -
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Nessuno di voi ne ha scritto qualcuno? . -
MiChiPao.
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Che argomento interessantissimo!
Non conoscevo questo tipo di poesia.
Facendo una "trasliterazione italiana", a pelle mi fa pensare ad un mix di Ungaretti, Montale e panismo.
Grazie per avermi insegnato qualcosa di nuovo.. -
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Visto che mi sono imbattuta in un sito con haiku famosi, ve ne incollo un po'
Il tetto si è bruciato:
ora
posso vedere la luna.
(Masahide)
L'allodola
canta per tutto il giorno,
ed il giorno non è lungo abbastanza.
Matsuo Basho (1644 – 1694)
Inizio d'autunno:
nel mare e nei campi
un verde solo.
Matsuo Basho (1644 – 1694)
Solo perchè esisto
sono qui,
tra la neve che cade.
Issa (1763-1828)
Che ci sia la luna
sul sentiero notturno
di chi porta fiori.
Takarai Kikaku
Foglie cadute:
si raccolgono,
eppure non si raccolgono.
Taigi.