Akuma no Riddle

Riddle Story of Devil

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  1. Mamiina
     
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    Simoun Auriga

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    La tua non è affatto una stupidaggine ma la realtà è ancora più triste di quanto la dipingi perchè se fosse come dici tu potrebbe anche essere, non dico accettabile, ma quantomeno comprensibile, considerato com'è il giro del fumo in Giappone.

    Metto sotto spoiler per via del post-fiume non perchè in realtà ci siano delle rivelazioni particolari:

    Qualche settimana fa il grande Hayao Miyazaki (autore di alcuni tra i più grandi capolavori dell'animazione quali Le Avventure di Lupin III, Conan il Ragazzo del Futuro, Porco Rosso, Princess Mononoke, Il castello Errante di Howl solo per citare i più famosi) ha rilasciato un'intervista nella quale ha dichiarato che da anni il mondo dell'animazione è in crisi perchè l'industria stessa (ovvero chi produce e fa gli anime) è ormai composta quasi esclusivamente da otaku, persone totalmente alienate e senza alcun contatto con gli altri umani e che non spendono nemmeno un attimo di tempo a guardare il mondo e comprendere le persone reali. Per capire le parole di Miyazaki bisogna ovviamente fare un passo indietro: noi spesso usiamo il termine otaku in modo spiritoso e simpatico per definire un comune appassionato di anime, ma in realtà il termine otaku in Giappone è utilizzato anche come forma spregiativa per definire tutti coloro che vivono questa passione in modo talmente maniacale e ossessivo da essere portati praticamente a vivere al di fuori della realtà e ad emarginarsi dalla società.

    Per capire fino a dove può spingersi questa maniacalità degli otaku provate a chiedere ad alcune seyuu, come Aya Hirano, "macchiatasi" della colpa di aver dichiarato di avere una vita sessuale attiva e per questo svergognata pubblicamente su centinaia di siti creati ad hoc dai suoi ex-fan dove si invitava il pubblico ad insultarla mentre la gente si filmava nell'atto di fare a pezzi per strada i suoi CD. Oppure a Rie Tanaka, "colpevole" di aver dichiarato pubblicamente che da lì a pochi giorni si sarebbe sposata e che, per punizione ha visto il suo fan club (che contava oltre 4.000 iscritti) sciogliersi, subire minacce di morte e anche essere accoltellata da un fan durante la conferenza stampa di presentazione dell'anime Hyperdimension Neptunia. O ancora a Miyano Mamoru il quale, dopo aver annunciato tramite il suo account di twitter che di lì a pochi mesi sua moglie lo avrebbe reso felicemente padre, si è visto la pagina tempestata da centinaia di messaggi di fangirl infuriate che auguravano alla moglie di subire un aborto spontaneo e di morire tra atroci sofferenze. E potrei andare avanti per ore a citare simili aneddoti aberranti...

    In un mondo simile quindi, dove il "potere decisionale" e le sorti del mercato sono sono detenuti da una tale massa di individui (che, badate bene, NON sono purtroppo la minoranza) potrebbe essere pertanto comprensibile che di fronte ad un'opera che incontra i grandi favori del pubblico gli autori potrebbero avere più di un timore a far morire qualche personaggio amato dai fan... chi si prenderebbe il rischio di andare contro l'ira degli otaku? Ma nel caso di Akuma no Riddle c'è un problema: non stiamo parlando purtroppo di un anime di successo e non c'è nessuna marea di fan, solo qualche centinaio di appassionati o poco più. Quindi? Per chi lo hanno fatto? La risposta è semplice: per loro stessi! Il problema infatti, come dice Miyazaki nasce solo ed esclusivamente "da dentro". Nel momento in cui le persone che vi ho descritto sopra non sono più soltanto dei "fan esagitati" (per usare un eufemismo riduttivo) con cui doversi confrontare quotidianamente ma si sono ormai infiltrati tra coloro che detengono le redini del comando, nel momento in cui gli autori stessi sono i primi fanboy e le prime fangirl di sè stessi e dei propri personaggi, nel momento in cui coloro che si mettono a dirigere un anime o assumono un ruolo dirigenziale in una casa produttrice sono persone che non hanno alcuna percezione della realtà nè il minimo contatto con il mondo esterno, ma pensano solo ad appagare se stessi e le esigenze di quelli come loro i risultati saranno purtroppo questi.

    Ovviamente non sto dicendo che sono tutti così coloro che lavorano nel mondo degli anime: così come non tutto il pubblico è composto da fanatici infatti c'è tanta gente dietro le quinte che è mossa da una passione "sana" e che opera con serietà e dedizione. Allo stesso tempo è però innegabile che esiste un male dilagante all'interno dell'industria dell'animazione che la sta consumando lentamente dal di dentro e se continua così sarà destinata ad un declino sempre più inesorabile.
     
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171 replies since 11/12/2013, 15:20   8071 views
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